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→  ottobre 26, 2017


Avvicinandosi la fine legislatura, l’agenda del Governo diventa vieppiù affollata: termini di legge da rispettareil DEF, la nomina del Governatore della Banca d’Italia-; grandi temi istituzionali da affrontarelegge elettorale, ius soli; ed anche numerosi e corposi dossier sui rapporti con le imprese. A questo riguardo, le posizioni prese dal Governo, tra i provvedimenti varati nel Consiglio dei Ministri del 13 Ottobre 2017 e gli ultimi (?) capitoli della vicenda reti Tim, vengono a definire una vera e propria nuova linea di politica industriale. Una politica che restituisce l’immagine di un Paese interventista, diffidente degli investitori esteri, convinto che sia necessario possedere per controllare, incapace di risolvere i guai delle politiche industriali del passato e incurante di quelli che produrrà quella nuova. Come si può constatare analizzandoli partitim.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 20, 2017


Intervista di Giusy Caretto a Franco Debenedetti

Franco Debenedetti (IBL): la decisione di mettere persone indicate dal Governo nel board di un’azienda privata avrà conseguenze gravi per l’Italia e la sua economia.

La decisione di Golden power non piace a Vivendi, che dopo qualche giorno di quiete, ha deciso di cambiare le carte in tavola e affrontare il Governo italiano in tribunale. La società francese guidata dall’imprenditore bretone Vincente Bollorè farà ricorso al Tar.

Le misure prese da Palazzo Chigi, d’altronde, limitano non di poco i margini d’azione sul gruppo. Pur detenendo le attività di direzione e coordinamento, infatti, Vivendi aveva comunque dei vincoli importanti nelle decisioni su Tim, Sparkle e Tesly.

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Pubblicato In: Giornali, Varie
→  ottobre 18, 2017


Al Direttore.
Andava avanti da 20 anni: perché lo scandalo Weinstein è scoppiato ora? Perché lui è diventato meno potente (in tutti i sensi)? Perché quelle che ora lo accusano hanno raggiunto una posizione (e un’età) tale da potere denunciare, senza vergogna come donne e senza timore come attrici, quello che, letteralmente ubriacate e impietrite, avevano subito? O perché solo oggi erano sicure di poter contare su un’opinione pubblica che avrebbe condannato senza misericordia lo “stupratore seriale”? Eppure non è che in tutti questi anni fossero mancate le occasioni per innescare la ribellione: anche se diversa, dato che si trattava di un reato preciso, la violenza su una minorenne, c’era stata nel 1977 la vicenda che ancora oggi perseguita Roman Polansky.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  ottobre 17, 2017


Al Direttore.

Da fonti cinesi solitamente molto attendibili e con informazioni di prima mano apprendiamo che le autorità cinesi stanno osservando con crescente attenzione il continuo aumento delle importazioni di prodotti stranieri in Cina. Oltre alle automobili tedesche, sono ora finite sotto la lente delle autorità cinesi le importazioni di macchine utensili italiane. Le industrie straniere, in primo luogo quelle tedesche e quelle italiane, si considera. approfittano delle opportunità create dal dinamismo del mercato cinese. Un dinamismo frutto anche delle misure finanziarie messe in atto dal Governo e dalla Banca Nazionale Cinese, oltre che della industriosità e dei sacrifici del popolo cinese. Autorevoli membri del partito sostengono che è giunto il momento di “mettere a punto meccanismi per prelevare tributi sui ricavi effettuati” in Cina dalle aziende esportatrici. La proposta al vaglio delle autorità finanziarie e politiche è di “porre a carico di chi compera prodotti stranieri l’obbligo di effettuare una ritenuta secca d’imposta su tutte le somme corrisposte”” ai produttori. La cosa dovrebbe riguardare inizialmente le auto e i beni strumentali, per poi estendersi anche a beni con alto contenuto di valori immateriali, quali i prodotti di moda e design. 

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  ottobre 10, 2017


Intervista di Paolo Bracalini a Franco Debenedetti

L’ex senatore dei Ds: “È meglio che quelli che non accettano la modernità se ne vadano via. Pisapia faccia l’accordo col Pd”

Non sembra particolarmente affranto dalla rottura tra Mdp e Pisapia, Franco Debenedetti, ex tante cose (amministratore delegato della Olivetti e della Sasib, ex senatore Ds), oggi consigliere in diversi Cda, presidente del think tank liberale Bruno Leoni e raffinato osservatore politico.

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Pubblicato In: Giornali
→  ottobre 3, 2017


Al Direttore

Si mettano pure tante stelle europee sulle nostre bandiere. Ma facciamo attenzione a quanti vogliono far passare per stelle quelli che in realtà sono buchi neri: in cui finirebbero inghiottiti bandiere, noi e perfin l’Europa.

Alcuni buchi neri sono in circolazione da tempo: uno si chiama Transfer Union. “Nicht in meinem Leben”, non succederà finché vivo, aveva detto la Merkel, e noi le auguriamo lunga vita. Non pensava all’AfD, che, se c’era, era fuori dal Bundestag; pensava alla CDU-CSU, che allora era un blocco senza crepe. Mutualizzazione dei debiti, eurobond, fondo di garanzia dei depositi sopra i 100.000 € prima che le nostre banche abbiano ridotto gli NPL e l’esposizione al rischio sovrano della Repubblica, manderebbero a pezzi il consenso che in Germania c’è ancora per l’Europa (e a casa il politico che lo proponesse). Senza contare che c’è un giudice a Karlsruhe.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio