→ aprile 20, 2024
La nascita della “costituzione più bella del mondo” fu accompagnata dal celebre ordine del giorno Perassi: la seconda Commissione, recita il testo presentato il 4 settembre 1946, «ritenuto che né il tipo del governo presidenziale, né quello del governo direttoriale risponderebbero alle condizioni della società italiana, si pronuncia per l’adozione del sistema parlamentare da disciplinarsi, tuttavia, con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilità dell’azione di Governo e ad evitare le degenerazioni del parlamentarismo». La storia politica e le vicende economiche dimostrano quanto perspicace fosse la preoccupazione di Perassi per una razionalizzazione della forma di governo parlamentare. Un dato per tutti: 68 governi nei 76 anni d vita della Repubblica, con una media di 13 mesi e mezzo ciascuno. «Tuttavia», per ricordare Perassi, di mettere mano alla forma di governo, per rendere gli esecutivi più stabili, se ne parla, come noto, da quasi quaranta anni (e da tre commissioni bicamerali e due referendum).
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→ aprile 17, 2024
Per Albert Einstein, «insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results». Se è così, e cioè questa è la definizione della follia, allora il nostro approccio a Israele e Palestina è folle. Dal 1967 almeno, il mondo si è comportato come se trovare una soluzione alla mancanza di uno stato palestinese e quindi finire il conflitto tra palestinesi ed israeliani richiedesse una pressione costante e crescente su Israele. Non è questo che dobbiamo fare, perché Israele ha offerto tutto quello che può. e tutto quello che osservatori e attivisti europei pensano che i palestinesi vogliano. È la tesi di un lungo articolo di Pat Johnson pubblicato da «Medium» nell’Aprile 2024, e del titolo che gli ha apposto il giornale: «Il problema è. Israele non è il problema». L’articolo fa la storia dei rapporti tra Israele e i suoi vicini. Mi sembra un documento interessante, e soprattutto utile.
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→ aprile 8, 2024
di Pat604Johnson
Insanity is doing the same thing over and over again and expecting different results.
– Albert Einstein
If the definition of insanity is doing the same thing again and again while anticipating a different result, our approach to Israel and Palestine is crazy.
Since 1967, at least, the world has behaved as though finding a resolution to the statelessness of Palestinians, and therefore ending the conflict between Palestinians and Israelis, demands constant and increasing pressure on Israel.
This approach has been enthusiastically adopted by the United Nations and European foreign ministers, by nongovernmental organizations like Amnesty International, by leftist and centrist political parties across Europe and North America, by trade unions and progressive activists, by writers and thinkers, and by the majority of individuals who make up the diffuse entity we call the left.
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→ marzo 27, 2024
Al direttore.
Gli Stati Uniti di Joe Biden non hanno posto il veto alla risoluzione Onu volta a impedire a Israele di combattere quel che resta di Hamas e di eliminarne i capi. Eppure per sconfiggere i terroristi islamici e giustiziarne il capo, gli Stati Uniti di Bush invasero l’Iraq. E Regno Unito e Francia presero per buone le “prove” che dovevano giustificare l’operazione.
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→ marzo 14, 2024
“Crimini contro l’umanità”, “genocidio” sono termini che ricorrono sovente nei resoconti delle guerre di Ucraina e di Gaza: di solito a sproposito, comunque senza riferimento al contesto in cui i due termini vennero creati. Sono termini giuridici, comprensibili però solo avendo ben presente le vicende vissute e le sofferenze patite: per questo se ne sentì la necessità. “La strada verso est” di Philippe Sands descrive la ricerca minuziosa di tracce e di indizi con cui ricostruire le vite dei personaggi e delle loro famiglie: singole storie nelle immense tragedie per cui furono creati gli strumenti atti a condannare i capi nazisti al processo di Norimberga, e che poi entrarono nel diritto internazionale.
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→ marzo 13, 2024
Caro Direttore,
il 9 marzo sul palcoscenico della Scala in tutta la sua larghezza appariva uno striscione su cui era scritto a lettere cubitali «Cessate il fuoco».
Sarebbe auspicabile che alla prima occasione, sul palcoscenico del nostro Teatro, apparisse uno striscione uguale a quello del 9 Marzo, ma con una scritta diversa: «Liberate gli ostaggi».
Infatti prendere ostaggi è, nel diritto internazionale, un crimine contro l’umanità. Non è invece considerato criminale che un Paese combatta un’organizzazione terroristica che da anni bombarda di missili le sue città; che lo ha recentemente invaso, commettendo inenarrabili orrori.
Il Sindaco di Milano è d’ufficio Presidente della Fondazione del Teatro alla Scala. In quanto tale mi rivolgo a lui: si adoperi affinché dal nostro Teatro arrivi un messaggio più coerente e, quindi, più utile.
Mi permetto anche di fargli arrivare una copia di «Sabato nero», il libro di Giulio Meotti in cui quelle nequizie sono enumerate.
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