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→  gennaio 26, 2003

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L’appello italiano agli elettori israeliani

Già in generale bisognerebbe andarci con cautela e delicatezza con gli appelli al voto a cittadini di un altro Paese. Ai convinti, di un campo e dell’altro, è inutile parlare, lo insegnano fin dalla prima lezione gli esperti di comunicazione politica. E quanto a quelli che ancora non hanno deciso, il rischio è di provocare una reazione di fastidio o di rigetto a causa della presunzione, implicita in ogni appello da parte di uno straniero, di saperne di più di loro, del loro Paese, della loro storia; quasi a volersi porre come il fratello maggiore che ti insegna che cosa ti conviene.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  gennaio 25, 2003

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L’avvocato, sogno e incubo per borghesi e proletari

Per mezzo secolo Giovanni Agnelli é stato il simbolo del capitalismo privato italiano. Enrico Cuccia ne é stato il difensore, molte volte il salvatore. Agnelli, all’estero e in Italia, ne era il portabandiera. Senza cedere alla suggestioni simboliche di un trapasso dalla vita alla vigilia di un trapasso di poteri, io preferisco ricordarlo per questo suo ruolo, per come l’ha interpretato e per come la sua persona ha contribuito a dare al nostro capitalismo privato la sua attuale forma e le sue caratteristiche.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  gennaio 22, 2003

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Il voto sull’art. 18

Vedete? c’è ora la tentazione di dire a sinistra, ecco la prova: con il suo referendum Bertinotti dimostra la sua “oggettiva” consonanza con Berlusconi. Prova non convincente, tentazione pericolosa. Perché rimproverare proprio a Rifondazione inflessibilità e spregiudicatezza nel cercare visibilità, quando quotidianamente ne dànno prova i partiti dell’Ulivo? E perché spostare il tiro sul bersaglio sbagliato, quando è stata la battaglia dalla CGIL in nome dei “diritti” a creare i presupposti per l’iniziativa referendaria?

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  gennaio 11, 2003

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Intorno a Fiat Auto una girandola di proposte: la sostituzione, annunciata e poi annullata, del vertice aziendale; l’offerta amichevole di Colaninno; l’intervento della mano pubblica secondo Vitale- Lazard; la scissione dell’Auto; le voci che fanno riferimento a Luca di Montezemolo o a Emilio Gnutti. Questa girandola un merito almeno ce l’ha: aver reso evidente che al piano concordato con governo, quello che, secondo le banche e il vertice Fiat, è l’unico che il Consiglio di Amministrazione conosce, non crede più quasi nessuno.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  gennaio 10, 2003


La spaccatura nel centrosinistra parte da lontano: è una questione di terminologia

A volte anche la parola, come la “bocca baciata” cantata da Fenton nel Falstaff verdiano, “non perde ventura, anzi rinnova come fa la luna”. E’ il caso di “riformisti”, un’espressione che a Mario Pirani su Repubblica, nella sua recensione del nostro “Non basta dire no!” (Mondadori, 2002), appare logorata dal tempo, e resa ambigua dai molti usi a cui l’ha piegata oltre un secolo di storia.

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Pubblicato In: Giornali, Panorama
→  dicembre 22, 2002

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Un quarto delle persone che lo scorso anno avevano scelto una Fiat, oggi preferiscono comperare un’auto di marca diversa: questo è il fatto, si verifica giorno per giorno, ogni giorno. Convincere i clienti a comperare di nuovo vetture Fiat: questo è il problema. Dalla sua soluzione dipende la sorte della nostra maggiore industria manifatturiera e delle oltre 200.000 persone impiegate nel settore, e la struttura della nostra economia.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore