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→  settembre 1, 2006

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L’hanno (o si è) paragonato a De Gasperi, Cavour, Napoleone; gli sono cresciuti i capelli e ha fatto scendere lava dalle colline: ma per fare Berlusconi immortale ci andava il genio di Marco Travaglio e la proposta lanciata sull’Unità per “risolvere” il problema del conflitto in capo a quello che chiama il «furbetto d’interessi».

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  agosto 31, 2006

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“Il socialismo riformista ha creduto in un’economia mista”, scrive Anthony Giddens (Il secolo Postsocialista, la Repubblica, 29 Agosto), un compromesso in cui i settori chiave dell’economia restavano sotto il controllo dello Stato, e che “era sembrato in grado di funzionare grazie ai meriti [?] della teoria economica formulata da un liberale, John Maynard Keynes”. “Oggi continua Giddens la domanda chiave è se anche questo tipo di socialismo sia morto”. Oggi? Nel 2006?

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  agosto 27, 2006

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Nella fusione Sanpaolo – Intesa la difesa dell’italianità ha giocato un ruolo determinante.

Nella fusione Sanpaolo – Intesa la difesa dell’italianità ha giocato un ruolo determinante. Determinante in senso letterale, con riferimento al ruolo che ha avuto nell’orientare la volontà delle parti, quindi senza implicare in alcun modo che l’operazione non abbia, nel suo orizzonte strategico, altre ragioni che la giustificano.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  agosto 23, 2006

Polemica e-mail. Lo scontro tra Padoa-Schioppa e Gavazzi

Perché solo 92? Lusingato di essere uno dei destinatari della reazione del ministro Padoa-Schioppa all’editoriale di Francesco Giavazzi, non riesco a scacciare la sensazione di imbarazzo verso gli esclusi, lettori ed elettori, che sul conoscere e giudicare la politica economica del Governo vantano un diritto di precedenza.

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Pubblicato In: Varie
→  luglio 21, 2006

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Invece di fare a cazzotti, i riformisti riscrivano la prima parte della Costituzione

Mai come ora, scrive Paolo Franchi nel suo editoriale di lunedì, è necessario “mettere a fuoco e far valere il punto di vista riformista”. Per farlo, si chiede “con chi dovremo fare a cazzotti e per che cosa”. Io propongo un criterio di selezione e identità meno manesco ma più radicale: la volontà di cambiare la prima parte della Costituzione.

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  luglio 20, 2006

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Caro Direttore,

la legge italiana offre alle oltre 600 stazioni televisive la possibilità di investire nel digitale terrestre. Oggi trasmettono in digitale 10 reti nazionali controllate da 6 diverse società. Tre di esse (D-Free, L’Espresso, H3G) sono nuovi entranti nel mercato TV. Inoltre la legge impone a RAI e Mediaset di cedere a terzi il 40% della loro capacità trasmissiva. L’Inghilterra invece, a quanto riferisce il Corriere Economia, impone alla BBC, che ha ricavi di poco inferiori alla somma di RAI più Mediaset, di investire nel digitale, e la finanzia con un aumento del canone. Ma per Bruxelles è l’Italia quella che deve essere messa sotto accusa perché perpetua anche nel futuro digitale le posizioni dominanti del presente analogico: e il Governo italiano annuisce. Gratia violentia?

senatore Franco Debenedetti


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio