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→  ottobre 2, 2006


di Claudio Velardi

Dalla sconfitta annunciata di Berlusconi alla sua quasi-vittoria. Dai 4 milioni e mezzo di elettori delle primarie ai 25mila voti che consentono a Prodi di governare tra condizionamenti estremisti, riforme annunciate e rimangiate, un voto di fiducia dopo l’altro. Sullo sfondo la solita operetta italiana, con le retoriche speculari del “ce la faremo” e del “non c’è niente da fare”, l’abisso del debito pubblico e il trionfo dei compromessi, spie che ci tramano contro, giudici che danno spettacolo, intercettazioni da pochade, affari e manette: regolari tragedie che finiscono in farsa. Mentre i politici parteggiano e dividono invece di unire e governare.
E dire che il 2006 doveva cambiare l’Italia: l’anno uno della Nuova Era dell’Unione di Prodi, dopo il Grande Fallimento berlusconiano. Una lunga corsa, suggellata da schiaccianti vittorie in tutte le elezioni intermedie e conclusa con le trionfali regionali della primavera 2005.

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Pubblicato In: Libri
→  settembre 26, 2006

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“Una cosa nota, perché nota, non è conosciuta”. La frase di Hegel ben si adatta alla discussione sulla separazione societaria della rete fissa di Telecom, dove la cosa nota è che questa sia la strada maestra, e che l’Inghilterra l’abbia adottata. Nota ma non conosciuta. Perché è vero il contrario: questa non é la strada maestra e l’Inghilterra non l’ha adottata.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  settembre 23, 2006

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ha qualcosa di indecente lo scambio che qualcuno avrebbe proposto a Berlusconi, si comperi pure Telecom, ma rinunci per sempre alla politica (Telecompromessi, il Foglio di giovedì). Se poi viene avanzata da sinistra, la proposta è anche autolesionistica: dimostra infatti la strumentalità con cui vengono branditi i sacri principi della limitazione dei poteri e del divieto al formarsi di posizioni dominanti, i cavalli di battaglia contro le leggi Frattini e Gasparri.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  settembre 19, 2006

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Ma i Ds, sulla vicenda Telecom e dintorni, come la pensano? Nicola Rossi nell’intervista al Sole chiede l’allontanamento di Rovati; Pierluigi Bersani in tempestive dichiarazioni individua il problema nei piani alti della catena di controllo: ma i Ds, come gruppo dirigente come la pensano? Le vicende che hanno determinato il cambio al vertice di Telecom hanno un rilievo che va ben oltre lo scontro di interessi e il contrapporsi di personalità, sollevano questioni di fondo che riguardano il governo dell’economia e i rapporti tra politica e imprese: ed è su queste che sarebbe utile sapere la posizione del maggior partito dell’Unione.

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  settembre 14, 2006

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Il Presidente del Consiglio si sente ingannato da decisioni del tutto diverse da quelle che gli erano state prospettate; il Ministro delle Comunicazioni ricorda i limiti antitrust per cui chi ha TV non può possedere giornali (e viceversa?) e giudica improprie le accuse mosse all’Autorità delle comunicazioni; dall’Economia si esprime prudenza sull’uso della golden share; per la sinistra radicale bisogna ripubblicizzare e basta.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  settembre 12, 2006

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Pubblico e privato. L’’Esecutivo deve fare chiarezza sulle licenze concesse fino al 2012 e ottenere risposte sul servizio universale

Il doppio scorporo, quello di TIM e quello della rete, varato dal consiglio di amministrazione di Telecom, propone interrogativi sotto tre profili: economico finanziario, industriale, dell’interesse pubblico. Le risposte sui primi due sono attese dagli azionisti di Telecom e dai mercati; sul terzo dovrebbero arrivare dal Governo e dalle Autorità, c’è da augurarsi con adeguata prontezza.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore