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→  novembre 24, 2006

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Caro Direttore,

chi scrive non fa i titoli dei suoi pezzi, figurarsi quelli degli articoli altrui. Però li può immaginare: a me, leggendo il commento di Rinaldo Gianola a “Il baco del Corriere” di Massimo Mucchetti (L’Unità del 17 novembre) è venuto in mente un titolo alla Fortebraccio, del genere “Spie al giornale di lorsignori”.

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Pubblicato In: Varie
→  novembre 22, 2006

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Ministri. Quando la concorrenza è un pericolo

Una delle prime decisioni dell’ing. Pietro Lunardi, appena diventato ministro, fu di mandare a casa i vertici dell’Anas, liquidando tutti i membri: del Consiglio di Amministrazione (cosa per cui ora lo Stato gli chiede 2,7 milioni di euro). Per “arrotondare” la buona uscita del presidente Giuseppe D’Angiolino, scrive La Stampa, gli riconobbe 154.000 € come “riconoscimento per il patto di fedeltà che impone all’ex presidente di Anas di non esercitare nei tre anni successivi lavori in concorrenza con il gestore della rete stradale”.

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  novembre 16, 2006

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da Peccati Capitali

A uno della mia età, leggere che Francesco Rutelli vuole procedere a una revisione completa del linguaggio del suo ministero e dei musei che amministra, per espungervi gli anglicismi, fa venire in mente la crociata contro le parole straniere indetta dal fascismo.

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  novembre 14, 2006

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La nuova legge considera la pubblicità l’unica fonte d’introito. E così taglia il fatturato del gruppo di Cologno

È raro che chi scrive per criticarti, ti offra papale papale le parole per darti ragione. Ma che gli articoli siano due, di due diversi autori, su due punti diversi, è eccezionale.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  novembre 9, 2006

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Due i principali provvedimenti disposti dal disegno di legge Gentiloni sul riassetto del sistema televisivo.

  • Una rete Mediaset e una Rai passano al digitale; in caso di inosservanza, la sola Mediaset deve ridurre l’affollamento pubblicitario dal 18 al 16 per cento
  • Mediaset deve ridurre la propria quota dei ricavi pubblicitari di tutto il settore televisivo – analogico, digitale, via satellite o cavo – sotto il 45 per cento.
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    Pubblicato In: Varie
    →  ottobre 31, 2006

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    Gli obbiettivi sono giusti, ma le norme che dovrebbero raggiungerli producono risultati opposti: che cosa è all’origine di questa contraddizioni? é possibile evitarle?
    Il ddl Gentiloni di riforma del sistema televisivo dispone che la “migrazione” alla tecnologica digitale sia per una rete Rai e una Mediaset, anticipata di un anno, ma per la totalità del sistema sia posticipato di 5; dispone inoltre che Mediaset deve ridurre i propri ricavi al disotto del 45% del totale dei ricavi pubblicitari televisivi. Ma ciò produrrà risultati in contraddizione con gli obbiettivi: si vuole più pluralismo, e lo si frena, più concorrenza, e la si riduce: “una legge che ritarda il futuro” ( Il Sole 24 ore del 21 Ottobre).

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    Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore