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→  febbraio 13, 2008

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da Peccati Capitali

Malcontento per i servizi

In un manifesto di Forza Italia affisso a Chiavari qualche tempo fa si dava a Prodi la colpa, oltre che di altre nefandezze, degli aumenti di pane, pasta, luce. Ci ripensavo leggendo che, tra tutti i popoli d’Europa, sono gli italiani a dichiararsi i più insoddisfatti dei servizi di cui dispongono, telefoni ed elettricità, acqua e gas, banche e poste, aerei e ferrovie. Invece del perché di ciascuno, c’è da chiedersi: perché di tutti?

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  febbraio 10, 2008

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È finita l’epoca del bipolarismo in trincea: ed è una discontinuità netta. Per questo motivo non erano possibili soluzioni parziali in articulo mortis, per questo era inevitabile l’”anomalia” della fine anticipata della legislatura. L’ha riconosciuto, per primo com’era doveroso, Walter Veltroni; Silvio Berlusconi ha risposto a tono.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 1, 2008


Occidente contro Occidente
di Andrè Glucksmann
Prefazione di Franco Debenedetti
Editore Lindau, 2008
pp. 214


Occidente diviso, Occidente unito. Il che è la stessa cosa. Perché in Occidente, dai tempi di Atene, spada in un pugno e denaro nell’altro, sono mossi — a differenza dell’Oriente autocratico o teofanico — da una teoria della sovranità e della legittimità del pensiero condiviso, come insegna Leo Strauss nel suo Gerusalemme e Atene, studio sul pensiero politico dell’Occidente. Per quanto oggi più che mai semplificatoria appaia la sintesi hegeliana del movimento della storia universale, resta di una certa validità quello che Jakob Burckhardt scriveva, nelle sue Riflessioni sulla storia universale, «che la storia universale sia la rappresentazione del modo come lo spirito pervenga alla consapevolezza del proprio intimo significato: vi dovrebbe aver luogo una evoluzione della libertà, in quanto nell’Oriente era libero uno solo, poi presso i popoli classici pochi, e l’era moderna rende liberi tutti».

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→  gennaio 31, 2008

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da Peccati Capitali

Emma Marcegaglia, giovane, perbene, nordista, una storia industriale personale e di famiglia, un’esperienza alla guida dei giovani: ha tutto per essere un buon presidente di Confindustria. L’interrogativo è un altro: cosa deve essere una “buona” Confindustria? Qualcuno (Francesco Giavazzi ma non solo) dice che ormai non serve più e che dovrebbe chiudere. Io ci andrei piano: abbiamo bisogno di quelli che De Rita chiama corpi intermedi, che sappiano produrre e connettere identità a fronte della pervasività dello Stato.

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  gennaio 31, 2008


Quando si parla di privatizzazioni realizzate ci si riferisce di solito a quelle delle grandi imprese di Stato, Enel, Eni, Telecom, Autostrade, o per esaltarle o per demonizzarle. Quando si parla delle privatizzazioni non (ancora) realizzate, ci si riferisce alle vendite bloccate a vario titolo. Presunte ragioni strategiche, come per le quote detenute ancora dal Tesoro in Enel ed Eni. Veti sindacali, come per Alitalia e Fincantieri. Egoismi localistici, come per le mini IRI municipali. Problemi politici, come per Rai. Obbiettive difficoltà, come per Poste e Ferrovie.

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Pubblicato In: Varie
→  gennaio 30, 2008

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Il rischio vero è che qualcuno all’interno del Pd strumentalizzi l’avversione al leader della Cdl per ostacolare il segretario e il processo di rinnovamento

Più che quello di Berlusconi, ad agitare i sonni della sinistra italiana dovrebbe essere lo spettro della gauche in Francia, ridotta a fornire uomini al governo e alle commissioni di Sarkozy. Quando frana il terreno sotto i piedi, bisogna avere il coraggio di arretrare fin dove si trova un terreno sicuro: in altri campi lo si chiama stop loss.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore