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→  ottobre 13, 2010

Interventi del senatore Debenedetti all’incontro La libertà su Internet, svoltosi presso la Fondazione Piero Calamandrei di Roma.

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Pubblicato In: Convegni
→  ottobre 10, 2010


Patty Berglund, la protagonista di Freedom di Jonathan Franzen, si domanda se la sua vita non sarebbe stata differente se avesse interrotto la lettura di Guerra e Pace prima di arrivare alle pagine in cui Natasha Rostova, destinata a Pierre, s’innamora del suo amico il Principe Andrei. Forse, pensa, non avrebbe ceduto all’attrazione per Richard Katz, il trasgressivo cantante rock, l’esatto opposto del suo amico del cuore Walter. E’ Walter quello che Patty sposa, ma quell’attrazione rimane sepolta nel suo cuore, dovranno passare trent’anni perché esploda.

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→  ottobre 5, 2010


Lettera al direttore

Versione da Franzen (a proposito di “sinistra carina”): “C’era sempre stato qualcosa di non completamente giusto nei Berglund” si dicevano i loro vicini. Sono “il tipo di quei super-colpevoli di sinistra che hanno bisogno di perdonare tutti in modo che possa essere perdonata la loro buona fortuna, quelli a cui manca il coraggio del loro privilegio”.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  ottobre 5, 2010


da Peccati Capitali

Ha poco più di mezzo secolo il business del “turismo individuale di massa”. Fu Vladimir Ritz, un russo bianco ebreo scappato dai bolscevichi nel ’28 e dai nazisti nel ’39, e scomparso in agosto, a intuire che poteva esserci un mercato a offrire, a prezzi affrontabili da una classe di non ricchi, una vacanza che mettesse insieme il sole, la spiaggia e uno stile di vita più libero e disinibito: nel 1959, su aerei dismessi dall’Air Force, portò il primo gruppo di inglesi da Gatwick a Calvi, e li ospitò in tende per due settimane, con 1200 € di oggi. Un anno dopo nasceva il Club Mediterrané, e a seguire imitazioni e varianti.

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  settembre 26, 2010


L’acquisto di Mediocredito va in direzione opposta a quanto accade nel resto del mondo: anziché uscire dalle bance, il governo ne compra una

Serve un’autorità tersa rispetto al Tesoro per evitre che la nuova posizione di forza della società diventi monopolio


Vent’anni fa iniziava in Italia il processo di privatizzazione del sistema bancario: oggi, anche se le Fondazioni hanno ancora ruoli determinanti negli assetti di controllo, il loro peso continua a diminuire e il settore bancario può considerarsi sostanzialmente privatizzato. Quindici anni fa venivano privatizzate le assicurazioni pubbliche, ma se qualcuno si ricorda della presenza dello stato nel settore, nessuno credo ne senta la mancanza.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  settembre 23, 2010


Nè la politica nè il capitalismo di relazione: l’ad ha solo pagato il prezzo delle sue scelte.

Leggere l’avvicendamento come la metafora bancaria del cambiamento di governance del paese che é nel’aria, spiega poco e confonde molto.

La delusione è palpabile: ma non era questo il miglior banchiere, attento alla banca e sordo alla politica? E le Fondazioni in questo caso non aveva esemplarmente anteposto la banca da sviluppare all’orticello da innaffiare? Mentre nell’avidità dei banchieri governanti e premi Nobel vedevano la causa della crisi, non era forse per la frugalità dei nostri risparmiatori e per la (relativa) moderazione dei nostri incentivi se gli impiegati non erano dovuti uscire dalle banche con i loro scatoloni e i Governi entrarci con i soldi dei contribuenti?

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore