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→  dicembre 16, 2010


Lettera al direttore

Potrebbe darsi che un canadese esperto in certificazioni, messo a capo di un’azienda italiana pochi anni prima semifallita, e fortunosamente sottratta alle banche spedite a soccorrerla, riesca a rimettere in sesto un’azienda americana, fallita per il più grande disastro finanziario degli ultimi 80 anni; e che i sindacati americani che ora la controllano, gli stessi che anni fa misero in ginocchio le loro aziende attaccate dai giapponesi, salvino quel pò che resta della possibilità di fabbricare beni in Italia, inducendo ad abbattere il tabù del contratto nazionale inderogabile, attuando così la più importante riforma sotto un governo che, di quelle che aveva promesso, non è riuscito a portarne in porto quasi nessuna. E poi si dice il capitalismo: se solo lo si lasciasse fare.


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  dicembre 15, 2010


Lettera a Repubblica

“Costretta”, costretta a vendere per smontare il monopolio dell’energia elettrica, e quindi a trovare altri settori in cui investire per “mantenere dimensioni adeguate”. Così rispondendo ad Alessandro Penati, l’Ufficio relazioni con i media dell’Enel ammette le resistenze opposte alla volontà politica del suo azionista, rappresentato per l’occasione dal premier Prodi e dal Ministro Bersani, di liberalizzare il mercato, l’insofferenza esibita verso l’Autorità di regolazione all’uopo istituita dal Parlamento, le ambizioni coltivate prima in telefoni e acqua per diventare una multiutility, poi in altri Paesi per diventare una multinazionale. E giustifica con quella “costrizione” iniziale i deludenti risultati che ne sono seguiti. Insolito trovare in un organo aziendale un tale rispetto per la verità storica. Complimenti!

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  dicembre 14, 2010


da Peccati Capitali

Si presentano mascherati, chiamano se stessi con il nome (che non tradurrò) di “Anons”: sono gli anarco-hacker di Anonymous, i crociati della neutralità di Internet. Rifuggono da ogni forma organizzativa, individuano un obbiettivo, gli puntano contro il cannone 4chan che, a un segnale, ne inonda il sito fino a bloccarlo. Nel 2008 toccò a Scientology, pochi giorni fa a Visa e Mastercard, rei di avere bloccato i versamenti a Wikileaks. Anche i guerrieri Jedi usano Internet, anche loro sono crociati: pensano che la trasparenza totale porti alla luce la “verità” e modifichi il rapporto tra governi e cittadini. Ma per entrambi è in agguato la legge delle conseguenze non previste di atti intenzionali.

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  dicembre 12, 2010


Ci sono molti modi di scrivere di aziende.

C’è il modo storico, narrarne il divenire, dalla nascita, attraverso avventure e disavventure, successi e sconfitte, alle metamorfosi e magari alla fine. Analizzando come la vicenda dell’azienda si intreccia con quella delle innovazioni che ha realizzate, della società in cui è cresciuta, dei mercati in cui ha operato, dell’economia che con essa si è sviluppata.

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→  dicembre 12, 2010


WIKILEAKS. I suoi fan credono che esista una verità. Oggettiva, conoscibile. Ma l’unica certezza è che il sistema americano di tutela dei documenti è vulnerabile. Da dilettnati liberisti sognano un governo più piccolo? La burocrazia sarà più pesante. Un nuovo modo di governare? Solo di criptare: fioccano sui giornali finanziari grandi pubblicità sui sistemi di sicurezza. Guerra stellare.

«In quell’impero, l’arte della cartografia giunse ad una tal perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una città, e la mappa dell’impero tutta una provincia. Col tempo, queste mappe smisurate non bastarono più. I collegi dei cartografi fecero una mappa dell’impero che aveva l’immensità dell’impero e coincideva perfettamente con esso».

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Pubblicato In: Giornali, Il Riformista
→  dicembre 10, 2010



Se con il 14 Dicembre avesse inizio l’era del post berlusconismo, che ruolo vi avrà la sinistra? Se si andasse a un Governo di destra, guidato da una personalità diversa da Berlusconi, i voti della sinistra, contrariamene a quanto ebbe a dire Pierluigi Bersani, non sarebbero neppure necessari. Se invece lo scenario fosse quello di un governo sostenuto da una maggioranza contrapposta alla Lega e a quel che resterebbe del PDL, i voti della sinistra sarebbero numericamente necessari ma politicamente poco significativi. Infatti chi si dichiara disposto a tutto pur di liberarsi di Berlusconi non può porre altre condizioni al tavolo della trattativa con gli alleati. Quindi in entrambi gli scenari prospettati, e per il tempo che essi dureranno, il peso politico della sinistra sarà modesto.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore