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→  luglio 9, 2011


Lo scudo anti lodo, pare assodato, Tremonti né l’ha messo né l’ha letto. Ma l’articolo che aumenta a 100 anni il periodo di ammortamento fiscale delle opere pubbliche non può essergli sfuggito. Eppure esso ha, per l’immagine di Silvio Berlusconi, un effetto, certo non altrettanto eclatante, ma anch’esso devastante: perché, azzerando di fatto ogni ipotesi di coinvolgimento dei privati nella costruzione e nel finanziamento di infrastrutture, infrange uno dei capisaldi su cui ha costruito l’identità sua e del suo governo. La norma solleva dunque un interrogativo politico, che si aggiunge all’interrogativo sui suoi effetti economici, quali emergono da una pur semplificata analisi.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  luglio 9, 2011


Caro Direttore,
il più pulito ha la Ferrari.


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  luglio 5, 2011


Caro Direttore,
devo ringraziare Massimo Mucchetti: non fosse per lui non mi sarebbe venuto in mente di supporre lo scambio tra Franco Bernabé e Franco Romani, la marcia indietro dell’uno sulla confisca (strisciante?) della rete fissa contro la marcia indietro (definitiva?) dell’altro sull’arruolamento di Santoro alla La7. Dopodiché, “a conti fatti”, le mie riflessioni procedono in direzione opposta alle sue: Mucchetti si muove, per così dire, verso valle, e ne trae considerazioni sul conflitto di interessi e sui rapporti tra industria ed editoria; io invece guardo a monte, alla questione da cui il fatto ha origine: la questione dei diritti di proprietà sulla rete.

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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali
→  luglio 5, 2011


Al Direttore.

“Nel Pdl è questione di centimetri” ha detto il neosegretario Alfano. Ironia, indiscrezione o doppia autolegittimazione?


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  giugno 27, 2011

Comunicato stampa

Lunedì 27 giugno 2011

Ho rassegnato stamane le dimissioni da Consigliere di Amministrazione della Banca Popolare di Milano.

L’Assemblea straordinaria di sabato scorso ha respinto la proposta, avanzata dal Consiglio di Amministrazione, di aumentare il numero delle deleghe da 3 a 5, cosa che avrebbe consentito una maggiore partecipazione di soci alle deliberazioni assembleari. E’ stata così respinta un’iniziativa, pur di non sconvolgente portata, di mettere mano alla riforma della governance della Banca.

Ritengo che questo sia il problema centrale della BPM, e che già iniziare ad affrontarlo seriamente consentirebbe di fare emergere il valore della Banca, del suo posizionamento geografico, e della sua rete di vendita.

Le dimissioni, dopo due anni di mandato, sono il modo per dare rilievo a questo mio fermo convincimento.
Franco Debenedetti

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Pubblicato In: Varie
→  giugno 26, 2011


Strano destino quello del libro di Justin Fox: con quel titolo “ Il mito della razionalità del mercato” e ancor più quel sottotitolo “ Una storia di rischi, guadagni ed errori a Wall Street” avrà pensato di prendere l’onda lunga della grande crisi, accodandosi agli scettici dei mercati e ai critici di chi vi opera. Ma così ha fatto torto a se stesso: perché mentre su quel tema nel frattempo sono usciti lavori di ben diverso spessore e autorevolezza, il libro è invece interessante nel narrare, con i collaudati metodi della pubblicistica americana, la grande avventura intellettuale della teoria dei mercati finanziari e del loro funzionamento. Oggi l’attenzione dagli “errori di Wall Street” si è spostata su altri temi, il finanziamento dei debiti pubblici, la sostenibilità del welfare, la stabilità delle banche, la remunerazione dei manager; oppure, come recentemente da noi, sul mercato per il controllo. Letto in relazione a questi temi, il libro ha, involontariamente, un’attualità maggiore di quella che volontariamente si proponeva di raggiungere.

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