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→  marzo 25, 2022


Signor Sindaco,
mercoledì sera alla recita di Norma il pubblico è stato informato per altoparlante che il Regio esporrà i colori della bandiera della pace, in conformità a quanto deciso da ANFOLS, Associazione delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. L’informazione non è corretta: sul sito ANFOLS sta scritto che “hanno deciso che esporranno i colori della bandiera ucraina o della bandiera della pace”.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  marzo 22, 2022


C’è solo un modo per rimediare ai cedimenti ed alle debolezze di questi anni, e di non stare al ricatto: dobbiamo interrompere i ricatti del criminale seriale; altrimenti ci sarà un’altra Mariupol, ci saranno altre Crimee, ci saranno alti ricatti

Quando ho letto che Kadyrov, il leader ceceno, forte di 15 anni di (dis)onorato servizio agli ordini del Cremlino, aveva spiegato che la guerra andava come andava perchè i russi non sono abbastanza spietati e prestano troppa attenzione ai civili, e quindi chiedeva a Putin di “chiudere gli occhi consentendo di farla finita in un paio di giorni”, dando a loro l’incarico di “liquidare” alcune personalità chiave ucraine, tra cui il presidente Zelesnky, mi è tornato in mente André Glucksmann, che in Francia era alla testa del movimento a sostegno alla causa cecena, e di denuncia dell’atteggiamento compiacente dei paesi occidentali verso Vladimir Putin, e gli orrori della sua guerra (allora non era ancora obbligatorio chiamarla operazione speciale) per la conquista della Cecenia.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  marzo 21, 2022


L’aggressione a uno stato è già riconosciuta come un crimine: serve un meccanismo specifico che lo punisca, scrive Murray Hunt

Come finirà questa guerra? Che cosa può far sì che non ci coinvolga tutti in un disastro? Certo, dare armi agli ucraini, in modo che il loro eroismo costi caro ai russi. Certo, le sanzioni economiche che faranno implodere l’economia russa. Forse, assuefarci all’idea che nella patria di Voltaire e di Kant possano essere usate bombe atomiche tattiche. Murray Hunt ha un’idea paradossale, e la espone in un saggio per Project Syndicate dell’11 marzo: un tribunale speciale per Putin.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  marzo 7, 2022


Il nome del leggendario capo della resistenza antirussa nel Caucaso

Caro Aldo,Shamil avevano chiamato i miei bisnonni il loro primo figlio, come il leggendario capo della resistenza antirussa nella guerra del Caucaso dell’800: i russi si impadronivano di fortezze e città, ma lui riusciva sempre a sfuggire. In Occidente era diventato il romantico combattente che lotta per l’indipendenza delle nazioni e la libertà dei popoli: dunque Shamil, nomen omen.
Oggi che sono gli ucraini le vittime dei russi, Zelensky sarebbe un nome ingombrante per un neonato, ma qualche coraggioso Shamil verrà certo fuori in questa tragedia.


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali
→  marzo 4, 2022


L’avevano chiamato Shamil il loro primo figlio (che sarebbe poi stato mio nonno materno). Shamil, come il leggendario capo della resistenza antirussa nella guerra del Caucaso dal 1834 al 1859, che era morto l’anno prima, nel 1870. Stabilito uno stato indipendente nel Daghestan, Shamil organizzò e rafforzò le forze cecene e daghestane e le guidò in imponenti incursioni contro le posizioni russe. La spedizione organizzata dai russi nel 1838 non riuscì a catturarlo, e così neppure quelle successive: si impadronivano di fortezze e città, ma Shamil riusciva sempre a sfuggirgli. Tra la sua gente era diventato una leggenda, e anche in occidente era visto come un romantico combattente per la libertà, una sorta di alleato di Francia e Inghilterra, e quindi dei nostri bersaglieri, nella guerra di Crimea.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  febbraio 25, 2022


A 30 anni da Mani pulite, c’è una grande rimozione nazionale: l’azienda pubblica usata come una mucca

Il 17 febbraio 1992 veniva arrestato Mario Chiesa: il trentesimo anniversario è stato l’occasione per rievocare la stagione di Mani pulite, in modo particolare gli eventi giudiziari. Sette mesi dopo, il 16 settembre, l’Italia sarebbe uscita dal Sistema monetario europeo: ma la ricorrenza non è stata l’occasione per investigare la relazione tra le due crisi, quella politica e quella economica. E neppure per ricostruire il meccanismo attraverso cui danaro privato finiva ai partiti, che pure offre interessanti considerazioni su quel passato, e non solo. Il meccanismo presuppone che accanto a una transazione economica “normale” tra un soggetto privato (fornitore) e un soggetto pubblico (cliente), ve ne sia una “occulta” con cui il privato mette un importo (la tangente) nella disponibilità di chi ha avuto il potere di originare la transazione, importo che egli successivamente verserà al suo partito di riferimento. E’ quindi necessario che ci siano: primo, attività economiche pubbliche; secondo, potere dei partiti politici di mettervi, in posizioni con potere esecutivo, persone di propria fiducia; terzo, sistemi finanziari per trasferire gli importi delle tangenti al partito dante causa.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio