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→  settembre 22, 2011


Al direttore

Riflettere sulla possibilità di privatizzare la Rai riapre una ferita. Va bene che “nul n’est besoin d’espérer pur combattre ni de vaincre pour perséverer”: ma qui per perseverare a sperarci bisogna proprio mettercela tutta. C’era stata una finestra, verso la fine della legislatura 1996- 2001, quando era chiaro che il centrosinistra avrebbe perso, e che quindi al Cav. avrebbero fatto capo oltre alle reti Mediaset, anche le reti RAI perché spendono soldi dei cittadini e quindi rientrano nelle responsabilità dell’esecutivo.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  settembre 20, 2011


Al direttore

Tra fini e mezzi, almeno uno dei due dovrebbe essere giusto. Invece nello scambio “prestito forzoso contro privatizzazioni”,
ipotizzato da Fitoussi e Galateri sul Corriere e ripreso da Rebecchini sul Foglio, fini e mezzi sono intercambiabili, entrambi essendo finti: il prestito è una patrimoniale camuffata, la vendita uno stratagemma per non vendere.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  settembre 20, 2011


Sir, Forced borrowing would have the same effects as a wealth tax: the entrepreneur would have to shed investments, the taxpayer to reduce consumption, both to draw liquidity from their accounts, thus reducing the capability of the banks to lend. Instead of being an alternative to the “nightmare of austerity measures”, the proposal of Jean-Paul Fitoussi, Gabriele Galateri di Genola and Philippe Weil (“Forced borrowing: the WMD of fiscal policy”, September 15) would have adverse effects on growth and employment, and also reduce the incentive for governments to adopt reforms.
“The WMD of fiscal policy”: a perfect title indeed.

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Pubblicato In: Varie
→  settembre 14, 2011


Il 25 Giugno, l’assemblea straordinaria di BPM approvò in linea di massima l’aumento di capitale da 1200 milioni, e respinse quello da 3 a 5 del numero delle deleghe che ogni socio può raccogliere. Con una certa baldanza, pensando che l’operazione sul capitale sarebbe riuscita, e che di fonte a tanti milioni, Consiglio di Amministrazione a Banca d’Italia su quel paio di deleghe potevano chiudere un occhio. E tutti e due sul tema vero, quello della singolare governance di BPM.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  settembre 13, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

Il “treno di Montezemolo” , come è chiamato l’NTV in attesa che il suo presidente decida se salire su quello della politica, dovrà adottare lo stesso contratto di lavoro di Trenitalia: lo esige un emendamento della Lega Nord al “pasticciaccio brutto” della manovra correttiva. L’intreccio tra ferrovie e politica attraversa tutta la storia d’Italia: “sinistra ferroviaria” fu chiamata quella che nel 1876 sconfisse la destra storica di Minghetti su una questione di nazionalizzazione delle ferrovie; per una storia di lenzuola, un secolo dopo, il nomignolo fu appioppato alla corrente di Claudio Signorile che permise a Bettino Craxi di conquistare la segreteria; nella visione faraonica di Lorenzo Necci, l’Alta velocità doveva essere al centro di un mega-kombinat cielo terra mare dei trasporti statali.

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  settembre 3, 2011


Ciò che il caso Penati dovrebbe insegnare sul rapporto tra politica e intervento sull’economia. Ma è vecchia storia.

Siamo così assuefatti alla funzione vicaria della magistratura, da non farci neppure più caso? Nella vicenda che vede convolto Filippo Penati si indaga su ipotesi di concussione o di corruzione, si scava nella contiguità tra partiti della sinistra e attività economiche ad essa tradizionalmente vicine, si sospetta della funzione assolutoria di presunte superiorità morali. Ma nessuno che prenda il bandolo della matassa e discuta degli errori, errori politici, all’origine dei fatti di cui si occupano i PM. Eppure questa dovrebbe essere la reazione naturale per i politici, quasi un riflesso condizionato per quelli cresciuti a suon di strutture e sovrastrutture.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio