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→  dicembre 28, 2011


L’inizio sembrava un pranzo gratis, la fine potrebbe essere un imprevisto paradosso. Pranzo gratis quello delle banche che prendono a prestito dalla BCE liquidità al tasso dell’1%, comperano titoli di stato al 6% che dànno come collateral alla BCE, lucrando la differenza di rendimento. C’è moral hazard , né può essere diversamente: i titoli restano sui bilanci della banca, e quindi anche il rischio di default; ma, come osserva il Financial Times, le grandi banche di un paese che fa default falliscono comunque.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  dicembre 20, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

La manovra ha battuto il record della pressione fiscale, il 56% per quelli che le tasse le pagano: anche questo governo non riesce a diminuire i soldi gestiti dalla politica.
Peccato capitale, pessimo modo di chiudere e iniziare un anno. La gente oggi mugugna, domani soffrirà per la recessione, ma piega il collo rassegnata (ci sono perfino i masochisti contenti). Eppure non è sempre così, ci sono casi in cui il Governo ha dovuto fare marcia indietro. Perché per i taxisti sì e per le tasse no?

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Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair
→  dicembre 17, 2011


Giustificato l’orgoglio del Presidente Monti di avere portato in aula e fatto approvare in breve tempo la sua manovra. La sua rivendicazione di avere fatto le cose che i partiti non erano stati in grado di fare, si presta invece a essere variamente commentata: perché se c’è una cosa che i partiti sono sempre stati capaci di fare è quella di aumentare le tasse; né sembra possa considerarsi titolo di merito avere battuto il record di pressione fiscale, il 45,6%, (per coloro che le tasse le pagano significa il 54%). Anzi, guardando bene, sarebbe più corretto dire che Monti non è riuscito a fare cose che, bene o male, con ritardi e contraddizioni, comunque i partiti erano riusciti a fare, privatizzazioni da Oscar e liberalizzazioni a lenzuolate.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  dicembre 13, 2011


Al direttore.

Ricordi? Taglia precisa la carne, una fetta sull’altra, e poi pesa, precisa, una libbra, non basta, ancora una fetta. Come si chiama? Ah sì, la Berkel.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  dicembre 11, 2011


Peccatori e virtuosi sono ruoli che la storia può in breve invertire

Nel gran dibattito sull’euro, sono diffuse metafore tratte dalla morale: il peccato originale dell’euro, i Paesi virtuosi, il doppio senso dell’acronimo Pigs. La contrapposizione “virtuosi-peccatori” contrassegna con un unico nome situazioni di finanza pubblica pur diverse tra loro; sovrapposta alla demarcazione geografica tra Paesi del Nord e Paesi Sud dell’Europa, scivola verso giudizi antropologici che sarebbe prudente – per non dire altro – evitare: a maggior ragione se l’obbiettivo politico è quello di una maggiore unione.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  dicembre 10, 2011


Al Direttore.

Se Internet ti attira a riversare scritti e immagini, che poi restano per sempre accessibili; se i telefonini registrano, senza che tu ci pensi, dove sei e dove vai; se i movimenti di danaro anche bagatellari diventano tracciabili, e incrociabili con altri a tua insaputa: saremo ridotti a contare sull’abbassamento del livello di ciò che è socialmente accettabile per ricostituire uno spazio di libertà individuale? Se per risolvere i problemi dell’euro, paesi “virtuosi” imporranno ai “peccatori” di rendere anche “forte” il patto “stupido”, e di cedere a istituzioni non elette il potere di decidere su materie che toccano l’essenza del rapporto tra elettori ed eletti: mi dica, dove può andare uno che si sente straniero dov’è?

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio