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→  novembre 2, 2012


Intervista di Matteo Rigamonti

Secondo Franco Debenedetti la candidatura di Albertini può riportare tra le gente l’entusiasmo degli anni del miracolo economico

«Una candidatura netta, non il risultato di un calcolo», che se porterà «entusiasmo» saprà raccogliere i voti di molta gente in Lombardia dimostrando così a tutti, destra e sinistra, la sua «vocazione maggioritaria». Spingendo oltretutto il Pd a decidere se abbandonare o meno vetuste logiche di partito. È limpido il giudizio con cui Franco Debenedetti, già senatore Pds e Ds, intellettuale della migliore sinistra riformista, ha sposato la causa di Gabriele Albertini, firmando l’appello dei 100 a sostegno dell’ex sindaco di Milano. Debenedetti, che non ne fa (solo) un «fatto personale», ha appena acquistato la cittadinanza milanese e se Albertini dovesse convincerlo, potrebbe anche decidere di votarlo.

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Pubblicato In: Varie
→  ottobre 31, 2012


Qualche dubbio ce l’avevo anch’io, che l’uscita dal campo di Berlusconi non fosse proprio last and final: ma non sono tra quelli che ora ammiccano «te lo dicevo io!». E neppure tra quelli che drammatizzano le conseguenze del suo voltafaccia, rientrare in campo, cavaliere solitario per ripulire la magistratura dai comunisti. Al contrario penso che la cosa potrebbe anche avere conseguenze positive a destra: e invece, per colmo di paradosso, averne magari di negative a sinistra.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 30, 2012


Appello di cento personalità della società civile in favore di una candidatura di Gabriele Albertini alla Regione Lombardia.

La Lombardia è il motore dell’Italia. Qui sono nate le esperienze imprenditoriali e politiche più innovative del Paese. Qui cultura e sviluppo sono da sempre in armonia. Qui più che altrove ha radici una mentalità – prima ancora che una politica – capace di contemperare i diritti di libertà dell’individuo con le esigenze del corpo sociale. Non attraverso interventi dell’autorità centrale: ma per libera volontà e aggregazione “dal basso”.

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Pubblicato In: Varie
→  ottobre 18, 2012


Al direttore.

Mario Monti sull’Independent rievoca l’incontro che ebbe con Margaret Thatcher poco dopo l’introduzione di Maastricht. Avendole spiegato che gli italiani accettavano il trattato coscienti di aver bisogno di un vincolo esterno, la Lady di ferro replicò: “The British aren’t interested in the Maastricht Treaty because they have me”. Sono passati 20 anni, allora era Maastricht, adesso sono Fiscal compact e condizionalità: conta la differenza tra visione politica condivisa e vincolo economico subìto. E tra essere fatti “a vita” per governare o perché si è governato


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  ottobre 17, 2012


L’idea di un’Europa unita nasce già dopo la “orrenda carneficina” della prima guerra mondiale. Nel 1922 Richard Coudenhowe-Kalongi lancia il suo appello, l’anno seguente pubblica Paneuropa, libro che ispira il messaggio di Aristide Briand alla Società delle Nazioni a Ginevra nel 1925.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 13, 2012


Al Direttore

Nobel per la Pace all’Europa: prima di ricorrere in appello voglio leggere le motivazioni della sentenza.


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio