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→  aprile 9, 2013


Due pesi e due misure, sono quelli che usa Bersani nei riguardi di M5S da un lato, PdL dall’altro. E questo nonostante l’esplicito corteggiamento ai grillini si sia concluso con il famoso incontro in streaming tra le due delegazioni, risultato in un’umiliazione quale mai nella sua storia subì la sinistra italiana. Nonostante la democrazia diretta che hanno in mente i grillini sia inconciliabile con la democrazia rappresentativa, propria della Costituzione nostra e di tutti i Paesi che ci circondano, e degli assetti istituzionali preferiti dal PdL.

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Pubblicato In: Giornali, Huffington Post
→  aprile 7, 2013


Big Data: A Revolution That Will Transform
How We Live, Work, and Think

by Victor Mayer-Schonberger and Kenneth Cukier
Eamon Dolan/Houghton Mifflin Harcourt
2013, pp. 256


L’uomo lascia tracce. 40.000 anni fa erano incisioni su zanne di mammouth, come quelle attualmente in mostra al British Museum. Oggi sono le stringhe di 0e 1 conservate nelle memorie in un data center in qualche parte del mondo. Qualunque cosa facciamo, se vendiamo o comperiamo, se siamo sani o malati, se viaggiamo o camminiamo, se parliamo al telefono o interroghiamo Internet, lasciamo tracce. Sono digitali, archiviarle costa sempre meno, ritrovarle è sempre più rapido: benvenuti nel mondo del Big Data.

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→  marzo 29, 2013


Tutto ruota intorno al Quirinale: ma nessuno può offrire garanzie sul risultato di un’elezione a scrutinio segreto a Camere riunite con aggiunta dei rappresentanti delle regioni. Non esiste strumento per prendere impegni, tanto meno quando tra adesso e il voto c’è lo spazio di un mese, nel quale ci sarà la formazione del governo con assegnazione di ministri e sottosegretari. Il governo è ciò che più di ogni altra cosa può determinare l’esito di quella votazione: la nomina a Palazzo Chigi come strumento per la nomina al Quirinale.

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Pubblicato In: Giornali, Huffington Post
→  marzo 28, 2013


Era contenuto nel decreto SalvaItalia del governo Monti l’obbligo di comunicare all’agenzia delle entrate tutti i dati su conti correnti, movimentazioni, investimenti, carte di credito, cassette di sicurezza: allora l’emergenza era economica e finanziaria. Il decreto diventa esecutivo oggi, quando l’Italia sta attraversando un’altra emergenza, di natura politica. Il provvedimento evidentemente è volto al contrasto all’evasione: aumenteremo del 30% il gettito, promette Attilio Befera. Ma l’evasione fiscale è “emersa” da tempo immemorabile: non è un’emergenza, è una cronicità. Se fosse mirato all’emergenza, il decreto sarebbe a tempo: invece è permanente. E’ quindi permanente anche il cambiamento che esso introduce nel rapporto tra stato e cittadini: questo è oggetto per eccellenza della politica, ed è quindi per gli aspetti politici che il decreto va esaminato.

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Pubblicato In: Giornali, Huffington Post
→  marzo 26, 2013


Intervista di Andrea Pira

“Alla 12esima ora il dramma cipriota è giunto all’epilogo: i 5,8 miliardi richiesti al settore privato cipriota accanto a quelli forniti dalla Troika, saranno ricavati da un prelievo sui depositi di valore superiore a 100mila euro nelle banche cipriote. Per pareggiare il conto il prelievo (tassa o confisca o sequestro, comunque lo si voglia chiamare) debba essere superiore al 20 per cento, qualcuno dice che potrebbe arrivare anche al 40 per cento”, ha spiegato Franco Debenedetti, manager, senatore e da pochi giorni presidente dell’Istituto Bruno Leoni, in una conversazione con Formiche.net, sullo stato della crisi cipriota.

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Pubblicato In: Varie
→  marzo 24, 2013


Perché tirarla fuori adesso? La tesi della ineleggibilità di Berlusconi è in circolazione da diciannove anni, è stata confutata in diritto, respinta in Parlamento, superata nell’urna. In 7 elezioni politiche, milioni e milioni di italiani hanno trovato il nome di Berlusconi sulla scheda, e circa la metà di loro l’ha votato: tirarla fuori oggi è come accusare Romita dei brogli nel referendum del 1946. Se fossero solo gli irriducibili sodali di Micromega, li si guarderebbe come gli orleanisti dei salotti du coté des Guermantes. Ma quando si legge che anche un personaggio come Luigi Zanda si è unito all’appello, vien da chiedersi: perché adesso? Perché una persona come lui, abbastanza moderata e molto navigata, appena nominato capogruppo del PD al Senato, si sente in dovere di aderire a una proposta così bislacca?

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Pubblicato In: Giornali, Huffington Post