Non si vince puntando sui delusi

luglio 23, 2004


Pubblicato In: Giornali, Panorama


Per avere delle speranze, la sinistra deve costruirsi un profilo netto

A sinistra si sente dire che Tremonti sarebbe stato costretto a lasciare per la disastrosa situazione dei conti pubblici: l’importante è che non lo si creda davvero.
A sinistra si trae motivo di conforto dalla perdita di consensi della Casa delle Libertà: purché non si creda che questo equivalga a conquistare la fiducia di chi é stato deluso. Come si é visto alle europee, gli elettori scontenti cambiano partito nella coalizione, oppure non votano: e per chi vince grazie alle astensioni del campo avverso, governare diventa un percorso di guerra.

Alla sinistra, Filippo Penati, alla provincia di Milano, offre la dimostrazione che non é necessario essere degli extraterrestri per vincere; basta che questo non faccia aumentare il numero di quanti si sentono il bastone da maresciallo nello zaino, mentre ormai litigano anche le seconde fila.

Quello che invece nessuno può credere é che il profilo politico di una coalizione, quello che gli elettori percepiscono e ricordano senza leggere i volumetti di tesi e programmi, possa essere definito alla maniera di un supermarket, in cui tutti e ciascuno trova risposta alle proprie attese e soddisfazione per i propri bisogni. E’ invece necessario fare delle scelte, di programmi e di alleati: per vincere ci vuole un profilo netto. Così é stato nel 2001. Allora la maggioranza degli italiani diede fiducia a un governo che gli prometteva più libertà, più crescita, più soldi: che oggi sia delusa nelle sue aspettative, non significa affatto che abbia cambiato idea. Anche perché non erano loro a sbagliarsi. E’ quello che cercano di fare i governi di tutta Europa, non solo Tony Blair – ormai un apostata per molta sinistra – ma socialisti come Gerhard Schroeder, o uomini di destra come Sarkozy: rendere meno sclerotica l’economia europea, incidendo su lavoro, previdenza, scuola, servizi, mercati. Era l’Europa disegnata a Lisbona. Per l’Italia il sentiero é semmai ancora più stretto, e quindi più stringenti i vincoli: su quali alleati, quale patto di coalizione, quale profilo politico, quale leader siano coerenti con questo programma. E’ l’unico con cui può vincere, é l’unico per cui valga la pena vincere. E questo bisogna davvero crederlo.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: