No al catastrofismo

aprile 20, 2008


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Lettere al Corriere

Studi sull’universo

Caro Romano, un tribunale, riportava il Corriere, potrebbe bloccare il Large Hadron Collider, il gigantesco acceleratore di particelle costruito a Ginevra con il finanziamento dei governi di mezzo mondo. Lì verranno riprodotte le condizioni dell’universo un decimo di miliardesimo di secondo dopo la singolarità della sua nascita, e si cercherà conferma dell’esistenza del «bosone di Higgs», il mattone mancante al modello standard della fisica delle particelle.

Che in esperimenti progettati da tutti i maggiori fisici, possa prodursi un buco nero che inghiotta tutta la Terra, come teme un tribunale delle Hawaii, mi sembra un esempio di dove può portare il catastrofismo applicato a problemi seri— l’inquinamento, la disponibilità di risorse, magari anche la crisi dei subprime.
Ma quello che mi spinge a scriverle è un sentimento personale: alla mia età incomincio a contare le cose che posso ancora fare, i luoghi da visitare, i libri da leggere: e le cose da conoscere. Tra queste, ci sono i risultati degli esperimenti di Ginevra: potrebbero andarci anni per elaborare teorie che ne tengano conto, anni per divulgarle in modo accessibile a profani come me. Ma il pensiero che dopo 14 miliardi di anni da che esiste l’universo, in un suo punto insignificante, in un periodo insignificantemente breve della presenza della vita sulla Terra, si faccia un altro passo verso la conoscenza delle condizioni da cui tutto, noi compresi, è nato, delle leggi con cui si è evoluto, e che io personalmente viva questo momento, mi apre un abisso affascinante. Mi spiacerebbe perdermelo.

Franco Debenedetti

Credo di poterle dare qualche conforto. Delle due persone che hanno promosso la causa di fronte al tribunale delle Hawaii, la prima, studente di fisica e dottore in giurisprudenza, ha già tentato in passato, senza successo, di bloccare l’attività di un «collider»; mentre la seconda si definisce scrittore e ricercatore in materia di «teoria del tempo». La prima seduta della causa è fissata per il 16 giugno. Forse possiamo dormire sonni tranquilli.

Sergio Romano

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