Niente retorica, serve il dialogo

gennaio 21, 2002


Pubblicato In: Giornali, La Stampa


Il dibattito sull’”emergenza democratica” aperto da Salvadori e Macaluso: i due volti dell’opposizione.

Questione giustizia. Dopo l’esortazione di Borrelli di passare alla resistenza, dopo le clamorose manifestazioni che hanno segnato l’apertura dell’anno giudiziario, il vice presidente del CSM, Giovanni Verde, si domanda se ” a questo punto non sia meglio reintrodurre l’autorizzazione a procedere per i reati commessi da deputati e senatori con effetto anche sui processi in corso”. Tanto basta perché Giuseppe D’Avanzo (La soluzione del cavaliere, Repubblica, 16 Gennaio 2002) si chieda, retoricamente, se la sua uscita sia stata “anticipata o addirittura concordata con il presidente della Repubblica”; e “annota in taccuino” che ” il Capo dello Stato, pur consapevole che la proposta Verde può essere delineata come tentativo di mediazione del Quirinale, non ha speso una parola per prenderne le distanze”.

Questione conflitto di interessi. Ieri nella sala del Mappamondo di Montecitorio, il professor Giovanni Sartori ha illustrato la proposta dell’Ulivo in materia. Sartori ha fatto precedere la sua presentazione da un fondo sul Corriere della Sera ( Tutti i poteri del Presidente, 15 Gennaio 2002). Prima vi argomenta una lettura dell’art. 87 della Carta Costituzionale secondo la quale l’autorizzazione a presentare alle Camere i disegni di legge non sarebbe un atto dovuto; e quindi sostiene che per il ddl Frattini, proprio in tema di conflitto di interessi, sussistono “gravi ragioni” perché Ciampi non ne autorizzi la presentazione.

Questione democratica. Non passa giorno che qualche esponente della sinistra, in particolare sul quotidiano dei gruppi parlamentari dei DS di Camera e Senato, non levi la voce per denunciare i pericoli che corre la democrazia, il regime instaurato, la Costituzione calpestata. Quindi più o meno esplicitamente invocando l’intervento di Ciampi, che della Costituzione è il supremo garante.

Signor Presidente della Repubblica, da senatore iscritto al gruppo parlamentare DS, e membro dello stesso partito, desidero assicurarLe che nella sinistra c’è chi non condivide la linea delle maliziose domande retoriche, né quella degli ammonimenti preventivi; e che le disapprova come strisciante delegittimazione della carica che Lei ricopre. Che nella sinistra c’è chi comprende che tra i vari penosi doveri del Suo incarico c’è anche quello di spiegare con pazienza, prestando orecchio e spendendo parole riservate, ai neoscopritori dell’emergenza democratica, che in Italia questa emergenza non c’è. Non c’è.
E chi scrive su giornali stranieri chiedendo aiuto all’Europa di aiutarci contro la resistibile ascesa di Arturo Ui, oltretutto, Le manca di rispetto.

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