Pensioni e privatizzazioni, due provvedimenti necessari per aumentare la fiducia dei mercati nel nostro Paese, ridurre il differenziale del tasso di interesse, migliorare i rapporti di cambio. Le pensioni sono state approvate: invece sulle privatizzazioni si sta verificando una situazione delicata. La legge sulle autorità di settore, approvata dal Senato, e discussa alla Camera per quattro mesi, è ritornata al Senato, dove incontra l’ostruzionismo di Rifondazione e critiche migliorative della maggioranza.
Un segnale negativo ai mercati potrebbe vanificare il lavoro del governo, i sacrifici chiesti ai pensionandi, quelli sopportati dal lavoro dipendente. I mercati non si impressionano per la scontata opposizione di Rc, ma sarebbero turbati se il resto del Parlamento non si mostrasse compatto nel portate avanti la legge.
I ritardi non si spiegano solo con l’ostinata opposizione di Rifondazione, peso rilevante hanno avuto anche gli atteggiamenti del governo. Il ministro Clò, forse per cercare di ammorbidirne l’ostruzionismo, è sembrato largo di riconoscimenti a Rifondazione e infastidito dai rilievi migliorativi della maggioranza.
Si sconta la timidezza di questo governo nel mettersi alla testa di un grande movimento di liberalizzazione. Sull’Enel solo l’insistenza della maggioranza ha indotto il ministro Clò a qualche apertura sulla creazione di concorrenza; su Stet, Gambino si dichiara paladino dei di ritti del monopolista; le banche restano pubbliche; per il Tesoro pare più importante fare cassa che creare mercato.
Adesso occorre che la Commissione prolunghi i lavori a oltranza, l’opposizione di Rifondazione comunista non ha futuro. Se il provvedimento dovesse andare oltre la pausa estiva, il governo usi i suoi poteri per renderlo immediatamente operante attraverso un decreto che accolga i suggerimenti della maggioranza. Questa vuole un’autorità con la chiara missione di aprire i mercati alla concorrenza, con poteri forti per superare mentalità radicate e vincere le resistenze della burocrazia ministeriale: dimostri il governo che questa è anche la sua volontà.
agosto 4, 1995