dalla rubrica Peccati Capitali
Una telepredica violentemente denigratoria di Adriano Celentano, una danza millimetricamente spericolata di Belen Rodriguez. Per venire al sodo, lo scandalo di Sanremo è tutto lì, un’esibizione e un’esternazione (o viceversa, i termini sono intercambiabili). Perché star lì a strologare per pagine e pagine ( o tweet e tweet) su cosa ci fosse dietro l’una o sotto l’altra quando siamo abituati a ben altro? Lo scandalo é solo che vadano in onda sulla trasmissione più vista della TV di stato, finanziata dal canone.
Sulle televisioni private a diffusione nazionale, è dubbio che avrebbero dato scandalo, ma soprattutto è certo che non sarebbe accaduto. Mediaset non ha mai avuto bisogno di essere trasgressiva, trasgressivo era già che esistesse, nonostante i pretori e il monopolio di stato, e che offrisse i colori di un sogno un po’ zuccherato contro il grigiore della TV di stato. E a La7 non conviene, dato che può sopravvivere solo ponendosi su un livello qualitativamente superiore.
Fatti del genere possono aver luogo solo sulla TV di stato finanziata dal canone: di più, ne sono una fatale conseguenza. Con un affollamento pubblicitario minore di quello consentito a Mediaset, RAI é meno condizionata dalle reazioni degli inserzionisti. Però ha il canone e quindi la fastidiosa insistenza a fare la la mitica “TV di qualità” che perlopiù è la “TV della noia”. E allora, nelle trasmissioni-simbolo la RAI si gioca tutto, deve fare audience e destare stupore: quando si esagerano le dosi, a volte va bene, più sovente no. Ma quello che é all’origine gli scandaletti delle esibizioni e delle esternazioni, è lo scandalo vero: la TV di proprietà pubblica, finanziata dal canone.
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febbraio 22, 2012