Al Direttore.
Giovanni Sartori (Corriere della Sera del 2 febbraio) ripropone di sciogliere il conflitto di interesse con questo sillogismo. 1. La lottizzazione della Rai è più efficace quando ad attuarla è una coalizione poco conflittuale al suo interno. 2. Quindi se Berlusconi vince le elezioni, il Polo controllerà il cento per cento del sistema televisivo, mentre la sinistra o scende a zero o risale al massimo al cinquanta per cento. 3. Per evitare ciò si deve applicare a Berlusconi la legge del 1957 sulla incompatibilità parlamentare per chi è titolare di concessioni statali.
Dunque il professor Sartori accetta senza batter ciglio un illecito – che chiunque sia al governo si impadronisca della Rai e faccia uso politico persino del festival di Sanremo – e vuole solo evitarne le conseguenze; quindi propone un provvedimento forse illegittimo (e sicuramente controproducente, posto che illegittimo lo considera il cinquanta per cento degli elettori). Non gli viene in mente di chiedere che lo Stato, prima di imporre a un cittadino una limitazione dei suoi diritti costituzionali, ponga fine al reiterarsi dell’illecito di cui è portatore, e quindi, se la lottizzazione è l’inevitabile conseguenza della proprietà pubblica, di esigere che prima si venda la Rai. Irrealistico, ribatterebbe Sartori. Certo, ma egli sa bene che è irrealistico per volontà proprio di quelle forze politiche che più fortemente reclamano l’arino dell’incompatibilità: pura coincidenza o conflitto di interessi?
La risposta di Giuliano Ferrara
Grazie per aver preso sul serio Giovanni Sartori, che fa di tutto per non meritarlo (con sommo dispiacere di chi lo apprezza e si diverte a leggerlo).
febbraio 24, 2000