Al Direttore.
Il dilemma del prigioniero di cui parla Francesco Forte sul Foglio dell’altrieri è fondamentale nella teoria dei giochi utilizzata per progettare le aste. Ma la teoria stessa dimostra che un comportamento collaborativo tra i prigionieri si instaura se il gioco viene ripetuto un numero infinito di volte: e qui i giocatori sanno che i rilanci possono essere molto numerosi. E sanno anche che ci sono meno premi che contendenti: un prigioniero alla fine comunque resterà in prigione.
L’offerta in busta chiusa poteva servire per ottenere incassi maggiori, ma non per selezionare il più efficiente: se, per ipotesi, Blu avesse offerto 4.700 miliardi, e i concorrenti, immaginando la debolezza di Blu, avessero offerto meno, il risultato sarebbe stato di escludere un operatore meno efficiente di Blu. Naturalmente, la teoria dei giochi prevede comportamenti razionali: a quelli scorretti si applica, se del caso, una diversa disciplina.
Se proprio si vuoi parlare di giochi: colpa del governo è aver chiamato a vedere una partita di football (far cassa) mentre era di calcio (selezionare i migliori), non quella di non aver fatto marcare Zidane.
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ottobre 28, 2000