Caro Direttore,
mi fa molto piacere vedere che l’appello che feci, con Modigliani, Sylos Labini, Baldassarri e Prodi, contro lo stralcio della riforma pensionistica imposto dai sindacati al primo governo Berlusconi (“E’ un patto miope”, Corriere della Sera del 4 Dicembre 1994) è ricordato come un fatto di qualche rilievo: ancora lunedì da Angelo Panebianco.
La paternità dell’idea va riconosciuta a Marco Pannella, che me la propose tramite un giornalista amico. Mi resi conto che avevo bisogno di un grande nome, e pensai a Franco Modigliani. Gli proposi un testo sul quale, dopo un certo numero di modifiche, telefonate notturne e fax, riuscii ad avere il consenso suo, oltreché di Sylos Labini e Baldassarri. La firma di Prodi riuscii ad aggiungerla all’ultimo momento: lo raggiunsi al telefonino, stava andando al cinema. Gli lessi testo e firmatari: ci pensò su non più di 30 secondi, e mi diede il suo assenso.
Nell’appello misi il mio nome per ultimo: lo considerai un atto di deferenza, era il mio primo atto da parlamentare (piemontese, per giunta). Fu un’iniziativa non facile né sul piano politico né sul piano pratico: con qualche orgoglio, quindi, ne rivendico la paternità.
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novembre 26, 2001