La Vicenza 2 del Cavaliere. Getta i figli in pasto al Nord

marzo 21, 2008


Pubblicato In: Giornali, Il Riformista

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Salvataggi. Sa che è una bufala, ma basta arrivare alle elezioni

È un genio della politica, niente da fare! D’accordo, l’assist di Prodi era imperdibile, ma l’incornata in rete di Berlusconi è stata da urlo. Ancora ieri TPS spiegava convinto l’ineluttabilità della decisione e confrontava compunto i costi del vendere e quelli del liquidare; lui spazza via esuberi, aerei, piloti, malpense e fiumicini, e fa apparire luminosa, e improvvisamente credibile, l’idea del rilancio. Un colpo che vale un milione di manifesti “Italia rialzati”.

Entra lui, e divide il campo: da un lato i flagellanti, capaci solo di dare brutte notizie, così possono aumentare le tasse e vendere l’argenteria, dall’altro gli entusiasti che hanno energie e fantasie; da un lato chi fa scappare i turisti per la munnezza, dall’altro chi non chiude Malpensa quando è in arrivo l’Expo; da un lato i burocrati, incapaci perfino di mettere su un’asta aperta e vivace, dall’altro l’imprenditore che si mette in gioco. E che sa come si fa: come con la Fiat, chi potrebbe negare che è dopo i suoi consigli che gli Agnelli han scovato Marchionne?

Ma questo è solo per la curva Sud. Per chi sta in tribuna c’è il gusto raffinato della strategia: mettere insieme i sindacati e la Lega, Tremonti e la Moratti, piantare il cuneo tra il prodiano Bazoli e il “totiano” Passera. Il gusto di sbertucciare gli intellettuali che volevano insegnare il liberismo alla sinistra, e pensavano di imporre le liberalizzazioni a un popolo che non sanno far sognare. E quelli del loft, che pensavano di risolvere il problema del Nord ostile arruolando un Calearo e un Colaninno? Una sua dichiarazione, e la tela che han messo settimane a tessere la possono buttare. E anche ‘sto Tremonti, tutto orgoglioso perché parlano del suo libretto, fa la ruota leggendo sul Tempo gli omaggi che gli fanno quei gonzi a sinistra, da Padellaro a Sansonetti, e pensa così di avere sgominato l’Armata Rossa: cosa si crede, faccia pure la “paura”, ma la “speranza” è solo lui, il Cavaliere. Dicevano che Berlusconi aveva perso lo smalto e conduceva una campagna al ribasso? E io gli faccio vedere che una Vicenza me la so inventare quando voglio.

Ma poi c’è un gioco più segreto, che tiene tutto per sé. Il segreto sta nelle quattro parole con cui ha definito la cordata salvatrice: “anche con i miei figli”. Lì sta la chiave della vendetta che finalmente potrà assaporare. Infatti anche se nessuno osa mettere in dubbio che i risparmi dai figli fin dall’infanzia sagacemente accantonati siano quantitativamente adeguati alla bisogna, sarebbe imprudente e dunque di cattivo esempio investirli tutti in un’impresa rischiosa. Si dice figli, ma il piano funziona solo se dietro c’è il padre a garantire. Il padre, che quando siederà a capo del tavolo del Consiglio dei Ministri, avrà al suo fianco il Ministro dell’Economia, suo socio in Alitalia, e poi via via il Ministro dei Trasporti che gli regolerà slot e tariffe, quello delle Infrastrutture che provvederà ai collegamenti degli aeroporti dove atterrano i suoi aerei, quello dell’ambiente che consentirà nuove piste. (Quello del Commercio con l’Estero non c’è, Tremonti l’ha abolito). Berlusconi scorre i giornali, controlla ancora: nessuno ha sollevato un’obbiezione al conflitto di interesse. Di fronte alla bandiera, sia pure dipinta sulla coda, tutti zitti: zitti i parlamentari che avevano stilato i disegni di legge per obbligarlo a vendere le sue televisioni, zitti i giuristi che volevano dichiarare ineleggibile come un bagnino lui che aveva preso i voti della metà degli italiani, zitte le vestali del servizio pubblico, della posizione dominate e del 45%, zitti gli opinionisti italiani e gli Economist inglesi che da 15 anni rompono gli zebedei con ‘sto “unfit”. Perché questo è un Paese che se uno crea la televisione che mette in ridicolo i mutandoni di Stato, che offre pubblicità alle aziende che vogliono crescere, e spettacoli agli italiani che vogliono libertà, cercano di espropriarlo; ma se tiene in vita a spese del contribuente la peggiore delle aziende di Stato, tutto gli è permesso.

Berlusconi lo sa che il suo piano è una bufala, l’importante è che regga fino alle elezioni. Dopo, si vedrà, uno che ha sempre trovato i modi per superare gli ostacoli, mica si spaventa per così poco. Male che vada si andrà al concordato , e sarà colpa o di Bruxelles, o della magistratura: come si dice, piove sempre su bagnato. E quando si addormenta, alle tre del mattino, solo con i suoi faticati dossier, già si gode la scena, quando li convocherà tutti, quelli della confraternita del conflitto di interesse, e gli svelerà il suo segreto. Già ha in mente la frase: “Voi avete detto a me che sono unfit: e io dico a voi che vi f****.” E mentre si addormenta ha un flash back: lo farà nella sala del Mappamondo.

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