La Quercia faccia eleggere almeno un esponente liberale

febbraio 23, 2006


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Liberale da sempre, Franco Debenedetti non confluirà di certo nella Rosa nel Pugno.

Però i dubbi sono legittimi: ultimo sintomo, la «scomunica» della Cgil nei confronti di Ichino.
«La condanna stalinista inflitta a Ichino è di fonte sindacale, non politica. Ma non mi nascondo dietro a un dito, non è un caso isolato. Mi pare difficile ignorare le ragioni di rinuncia alla candidatura di Michele Salvati o Piero Ostellino».

Come le riassume?
«In un certo pessimismo sulla possibilità di raggiungere quella sintesi tra socialismo e liberalismo che sarà centrale nel futuro partito democratico».

Non condivide questo pessimismo?
«Turci si definisce “riformista deluso”. Lo rispetto, ma non è la mia storia. E sui temi della laicità dello stato e della ricerca, saremo ancora fianco a fianco».

Un liberale nei ds si sente isolato?
«La mia scommessa politica è che la liberalizzazione del paese non si realizza senza l’apporto decisivo dei ds. Ben vengano altri liberali, ma è essenziale che i ds portino in parlamento dei veri liberali. Almeno uno».

Veramente, si parla di lei come di un futuro sottosegretario…
«In questi anni ho concoddo una battaglia di idee. Si fa meglio dal parlamento, che è l’arena delle opinioni, piuttosto che condividendo responsabilità di governo».

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