Ai consumatori i costi del caso Montedison
Nel mercato francese dell’energia elettrica non si può entrare. Non si può vendendo energia, dato che EdF lo controlla al 90%; non si può comprando quote di EdF, al limite scalandola, dato che la società è posseduta al 100% dallo stato francese. Il quale, a ulteriore protezione del monopolio pubblico, in tutte le sedi, ultimamente anche il vertice di Stoccolma, ha cercato di limitare al minimo l’apertura del mercato elettrico europeo.
Le timide aperture che ha consentito vengono invece utilizzate da EdF per espandersi nei mercati degli altri paesi europei. L’ha dichiarato nei suoi documenti programmatici, l’ha fatto in Inghilterra, lo sta facendo in Italia dove ha acquisito il 20 (forse il 25%) di Montedison, il più grande concorrente privato di Enel. Insieme ad altre liberalizzazioni, quella del mercato elettrico farebbe dell’Europa un’area economica capace di attrarre i flussi di capitali: in assenza di che essi continueranno a dirigersi verso gli USA, indebolendo l’euro.
Il decreto del Governo italiano che limita i diritti della partecipazione che EdF ha acquisito in Montedison, essendo un intervento statale su un’azienda privata, è un modo un po’ strano di affermare una volontà liberalizzatrice, e si giustifica solo se è parte di una strategia volta a vincere le resistenze francesi ( ma non solo) e rendere il mercato elettrico europeo aperto e concorrenziale.
In ogni caso un’osservazione si impone: della liberalizzazione del mercato elettrico i vantaggi andranno a tutta l’Europa, mentre i costi derivanti dall’azione del nostro Governo li paghiamo solamente noi. Costi pagano i consumatori: infatti il decreto che limita l’operatività di un’impresa forte e competente quale è Edf riduce la concorrenza all’Enel nel mercato italiano.
Costi pagano gli azionisti delle banche che hanno in portafoglio partecipazioni in Montedison: perché devono rinunciare a lucrare una interessante plus valenza. Costi pagano gli azionisti di Montedison: perché la conflittualità che così si è creata tra azionisti può portare allo stallo nelle assemblee straordinarie, quelle in cui si decidono importanti acquisizioni o la vendita delle aziende non elettriche.
Dobbiamo dunque esigere che il decreto del Governo serva solo a guadagnare tempo per sviluppare un’azione diplomatica verso i partner europei volta a eliminare la «paradossale asimmetria» che lamenta la commissaria Loyola de Palacio (La Stampa, 25 maggio). Ma ricordando e facendo valere anche quest’altra asimmetria: quella per cui i vantaggi andranno a tutti, ma a pagare saremo stati solo noi.
maggio 26, 2001