“Scegliere i vincitori, salvare i perdenti” di Franco Debenedetti
Intervista di Flaminio de Castelmur e Riccardo Pizzorno, 18 aprile 2016
Flaminio de Castelmur e Riccardo Pizzorno presentano “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”, il nuovo libro di Franco Debenedetti edito da Marsilio.
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Il contagio delle idee
Franco Debenedetti, ospite della puntata del 21 aprile di Virus, racconta il suo nuovo libro, “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”.
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Franco Debenedetti e l’insana idea della politica industriale
In tempi di crisi si parla spesso di tornare ad una politica di interventi pubblici che permettano all’industria e alla manifattura di ripartire. Ci sono però delle ragioni di fondo per cui la politica industriale, quella per cui lo stato scegli i vincitori (imprese, settori industriali o tecnologie) sui quali decide di investire, è sbagliata – spiega Franco Debenedetti, autore del libro “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti. L’insana idea della politica industriale” (Marsilio, 336 p., € 18,00).
Il problema riguarda soprattutto il costo e la disponibilità delle informazioni, che il privato trova già sul mercato, ma che lo Stato non possiede a sufficienza. Finisce così per sbagliare, e anziché ammettere di avere sbagliato, continua ad investire denaro pubblico in settori e imprese che si sono rivelate fallimentari – commenta Debenedetti.
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Franco Debenedetti a Fahrenheit
Protezionismo, autarchia, keynesismo, programmazione, strategie, italianità: tutte variazioni su uno stesso tema, l’idea che lo Stato, per governare l’economia, debba intervenire e sappia farlo imboccando le strade giuste.
È la politica industriale: lo Stato si sostituisce al mercato e sceglie i vincitori della gara concorrenziale. Salvo poi, quando l’«insana idea» non ha successo, dover correre ai ripari salvando i perdenti.
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Franco Debenedetti a Primaradio
In che cosa consiste l’insana idea della politica industriale? Ce lo spiega Franco Debenedetti, presentando il suo nuovo libro, “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”.
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Intervista a Franco Debenedetti sul suo ultimo libro dal titolo “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”
Massimo Bordin e Franco Debenedetti parlano dell’insana idea della politica industriale. Nel corso dell’intervista sono stati trattati i seguenti temi: Banda Larga, Debito Pubblico, Economia, Finanza Pubblica, Governo, Ilva, Impresa, Industria, Libro, Monopolio, Partiti, Politica, Renzi, Stato, Storia, Sturzo, Taranto, Tecnologia, Ue.
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Franco Debenedetti a Economia in Pagine
Gianfranco Fabi e Franco Debenedetti parlano di economia e politica industriale, ripercorrendo le pagine del libro “Scegliere i vincitori, salvare il perdenti”.
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Il lavoro al tempo di Renzi
Intervista di Lilli Gruber a Franco Debenedetti, 11 giugno 2016
Renzi dice spesso che grazie al jobs act in Italia si sono creati molti nuovi posti di lavoro, ma in realtà il nostro Paese in Europa è agli ultimi posti sul fronte dell’occupazione. Ma allora lo Stato in questi casi deve intervenire di più o di meno?
Industria e Stato
Intervento di Franco Debenedetti a Bianco e Nero di Giancarlo Loquenzi
Il sistema industriale italiano, da sempre, è strettamente legato allo Stato. Un binomio che, secondo alcuni, avrebbe mortificato l’iniziativa non consentendo lo sviluppo possibile. Con Franco Debenedetti (Imprenditore – scrittore) e Giulio Sapelli (Università di Milano).
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Bruna Gazzelloni
8 annoe fa
Mi sto rivededno per la seconda volta la puntata di stasera di Otto e Mezzo che vedeva ospite Franco Debenedetti e mi ha confermato la domanda: “Ma personaggio come questo che ci stanno a fare?”. La stessa domanda che mi faccio costantemente vedendo Chicco Testa misericordiosamente invotato da Myrta Merlino altrimenti potremo bearci dell’oblio e dimenticarci la sua esistenza data la vistosa inconsistenza del personaggio se non per essere uno che non ha saputo fare nulla nella vita se non essere cooptato dalla politica in posti dove si guadagnava assai senza avere alcun potere di decidere nulla (cosa che peraltro riconosceva lo stesso Testa di Chicco). Quella Enel dalemiana che probabilmente Franco Debenedetti (meglio noto come il fratello del fondatore di Repubblica, l’iper beneficiato da tutti i governi di centrosinistra, con prole annessa perché altre imprese del nostro eroe si ignorano e dalla quale fui brutalmente licenziata proprio per averne denunciato le molte porcherie). Si perché affermare che è stato sbriciolato dal proprio interlocutore, stasera, è dir poco! Miserevole veder balbettare Franco Debenedetti quando si trovava in difficoltà sulle argonmentazioni di Brancaccio che “si trattava d’altro”! Mi ricordava quello che si diceva nelle vecchie sezioni del PCI quandoo si voleva portare la discussione su cose reali, vedere i segretari di sezione o qualcuno venuto dal partito richiamare sempre alla “complessità”, querl magma indefinito che riportava sempre tutto alle sabbie mobili della burocrazia di partito, della loro politica che parecchi anni dopo li avrebbe condannati ad un irrimediabile declino cui stiamo assistendo, noi che l’avevamo previsto persino nei dettagli, con somma soddisfazione e sadismo, lo ammetto!
Ma trovare qualcuno che ancora oggi creda che il mercato sia in grado di regolare tutto per il meglio lascia esterrefatti! E se lo spettacolo è quello offerto dal signor Nessuno Franco Debenedetti mi chiedo con queli e quante altre amenità possa aver riempito qualche centinaio di pagine sperando pure vengano acquistate da qualcuno! Evvabbè che l’Italia (e anche la sottoscritta ahimé) ha avuto la pazienza stoica per contribuire alla fortuna dei De Benedetti (o Debenedetti che dir si voglia) comprandogli un quotidiano come Repubblica per decenni credendo anche alla sincerità di intenti di fondatore ed Editore (eh si scusate, ma la gioventù fa commettere sbagli che ti condannano poi per una vita!) ma sarà per l’apprezzamento per Renzi, un buffone impresentabile al cui cospetto Silvio Personale sembra uno statista da rimpiangere, sia per la figura che ha fatto con un giovane professore in grado di sostenere cose ovvie, mi chiedo quanto potrà durare una TV inzeppata di talk che ospitano questi esponenti del NULLA dium cui faremmo ndavvero tanto, ma tanto, volentieri a meno.
Cordialmente.
Bruna Gazzelloni