Intervista di E.P.
L’aveva annunciato al Sole 24 Ore: «Se l’assemblea non approverà la svolta sulle deleghe, mi dimetterò dal consiglio di amministrazione». Ora Franco Debenedetti, già senatore Ds e componente del cda di Bpm, conferma al Riformista la sua decisione.
L’assemblea dei soci ha votato la proposta di aumento del capitale, bocciando però l’aumento delle deleghe indicato da Massimo Ponzellini.
È un risultato impressionante. Su 3.800 persone presenti, la stragrande maggioranza ha deliberato un investimento economico molto significativo. Ma contemporaneamente due membri su tre hanno respinto l’ipotesi di incremento delle deleghe, necessaria per trasformare Bpm in una società per azioni e con una governance solida. Ha prevalso l’interesse a mantenere lo status quo: una scelta grave per una banca che il mercato ha giudicato negativamente.
Presenterà le dimissioni dal cda?
Lo farò domani mattina. Non chiedo quelle di altre persone: ognuno tragga le sue conclusioni.
Cosa accadrà in Bpm?
La divaricazione fra diritti di proprietà e diritti di voto sarà ancora più marcata. Il 73 per cento del capitale è in mano ad azionisti non soci, che non hanno potere di deliberazione, mentre possono votare i soci che possiedono il 27 per cento del capitale.
luglio 1, 2011