da Peccati Capitali
Le compagnie aeree sanno che i servizi di accoglienza a terra sono il loro biglietto da visita; per questo vogliono essere loro a poter decidere come e da chi devono essere forniti. Perché non fare lo stesso con la sicurezza, lasciare che compagnie e aeroporti si facciano concorrenza con la serietà dei controlli sopra un livello minimo? Già vedo le pubblicità: “Bengodi Airlines, scanner da favola”, “Münchhausen Flughafen, gli stivali non hanno segreti”, “Alba Fly, voli sicuri coi nostri cani da esplosivo”.
A Shiphol hanno piazzato i demoniaci body scanner, e nessuno ha fiatato; per l’America devi dare una settimana prima il nome da signorina della nonna materna, e tutti chini a compilare. Invece dici Italia, ed è subito TAR: il pudore (vergine? da quella parte), le radiazioni per i pendolari (ma quante volte figliolo?), il documento (senatore o cacciatore?). La tenzone Ryanair – Enac è esemplare: contrappone l’azienda che mastica pane e concorrenza e l’ente che si pasce di leggi e circolari; chi si fa la punta al cervello per sfruttare differenze di costo, e chi pretende da tutti comportamenti uniformi. Vito Riggio ha avuto una jella nera con l’attentato sul volo per Detroit: ma a cogliere che lo spirito del tempo va verso controlli più restrittivi, chi sta sul mercato ci arriva sempre prima di chi sta in un ufficio.
La vicenda ha anche sfiorato Alitalia, ingiustamente accusata da alcuni di essere dietro la mossa di Riggio. La compagnia di bandiera forse deve aspettare ancora un po’ prima di proclamare “ai concorrenti ci penso io”, ma non è mai troppo presto per esclamare “dai burocrati mi guardi Iddio”.
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gennaio 20, 2010