di A. PI.
Il mercato ha dato un titolo al caso Parmalat: il nuovo Papocchio. Senza voler togliere nulla all’esordio da regista di Renzo Arbore negli anni 8o, gli sviluppi politico-finanziari della scalata al gruppo di Collecchio sarebbero perfetti per la trama di un film tragicomico. Si voleva impedire ai francesi di conquistare la Parmalat, ma invece di bloccarli al loro 29% li si costringe a prendere il 100%. Si voleva creare una cordata industriale italiana alternativa a Lactalis, e invece nella migliore delle ipotesi si costringerà la Cdp a convivere con il gruppo francese in una holding franco-italiana senza logica industriale e soprattutto nazionale. Non solo: se passerà, come si dice, l`idea che i francesi dovrebbero lanciare ‘Opa non a 2,6 euro, ma a 2,8 euro perchè questo è il prezzo più alto pagato perglí acquisti di titoli, allora oltre al danno ci sarà anche la beffa.
Perchè più faremo pagare i francesi, più loro faranno pagare di conseguenza anche alla Cdp. E ancora. C’è chi dice che l’investimento della Cdp sarebbe comunque garantito da un forte patto di governance: il rappresentante italiano nel cda potrebbe insomma avere un diritto di veto sulle scelte dei francesi. Con il risultato di rendere l`azienda ingestibile.
L’opinione del mercato su un simile film si è visto ieri in Borsa: il titolo ha perso ancora valore, cedendo lo 0,39% a 2,55 euro, un prezzo ben al di sotto di quello dell’Opa. Come dire: non solo non ci saranno più rilanci o Opa alternative, ma anche gli scenari futuri non premettono niente di buono. Un`ultima annotazione: il Papocchio incassò 5 miliardi di vecchie lire. Esattamente la stessa cifra (in euro) che occorrerebbe per togliere la Parmalatai francesi.
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