Il lavaggio del cervello ai bimbi ucraini rapiti dai russi

dicembre 11, 2024

0


Pubblicato In: Articoli Correlati


di Paolo Lepri

Inchiesta del laboratorio di ricerca umanitaria di Yale: il presidente Vladimir Putin e alti ufficiali di Mosca hanno autorizzato «intenzionalmente e direttamente» le deportazioni e sono state impiegate risorse che fanno capo specificatamente al leader del Cremlino

Il Laboratorio di ricerca umanitaria di Yale ha compiuto un’inchiesta accurata, frutto di un lavoro ammirevole, sulle adozioni forzate in Russia di bambini ucraini. Alcuni casi sono stati individuati, le dinamiche dell’operazione — già in parte note — sono state ulteriormente chiarite, le persone coinvolte sono state identificate. Ma a dominare sono le conclusioni «politiche», di cui ha scritto nei giorni scorsi il New York Times: il presidente Vladimir Putin e alti ufficiali di Mosca hanno autorizzato «intenzionalmente e direttamente» le deportazioni e sono state impiegate risorse che fanno capo specificatamente al leader del Cremlino. «Il suo ufficio — ha detto a Euronews Nathaniel Raymond, direttore esecutivo del centro — è coinvolto nella gestione logistica del programma, per il quale sono stati usati fondi, edifici e aerei che lo hanno facilitato».

I dati raccolti in questi anni dal governo di Kiev indicano che 19.500 bambini ucraini sono stati trasferiti con la forza in Russia ma il numero è sicuramente più alto a causa dell’impossibilità di entrare nelle zone occupate. Il Laboratorio di Yale ha accertato 314 episodi. Alcuni minori sono stati prelevati da istituti, altri sono stati allontanati da genitori privati dei loro diritti. La tappa successiva è stata un processo di «russificazione»: una sorta di lavaggio del cervello preliminare all’adozione e all’inserimento nelle nuove famiglie. «L’indottrinamento — ha spiegato Raymond — prevede anche il divieto di parlare la loro lingua».

Un aspetto significativo della ricerca di Yale è che aggiunge prove documentali, messe a disposizione dei giudici, al procedimento della Corte Penale dell’Aia. Il mandato d’arresto per crimini di guerra emesso nel marzo 2023 nei confronti di Putin riguarda proprio le deportazioni di bambini ucraini in Russia. È decisivo che la giustizia internazionale, messa oggi in discussione da più parti, venga aiutata in modo indipendente a compiere la propria missione.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: