Al direttore.
Martedì 20 febbraio, nella Sala Buzzati del Corriere si presentava “Giacomo Matteotti, il nemico di Mussolini” di Marzio Breda e di Stefano Caretti. Matteotti fu assassinato nel 1924, cent’anni giusti prima che la stessa sorte toccasse ad Alexei Navalny, “il nemico di Putin”, anch’egli in modi ancora da chiarire, anche la sua salma brutalmente offesa. Ma quando uno spettatore fece notare la singolare e pur non insignificante coincidenza, nessuno, né dal palco né dalla sala, accennò a un applauso di solidarietà.
La risposta del Direttore
Pensi ai casi della vita, caro Debenedetti. I più garantisti con il criminale di guerra in capo (Putin) oggi sono proprio coloro che passano la propria vita a sputare sul garantismo. Manettari per Putin. Tra nemici dello stato di diritto la sintonia è sempre profonda, non trova?
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