Intervista di Eugenio Corsaro
L’obiettivo lo convince, il metodo per raggiungerlo meno. Franco Debenedetti, economista e per la terza volta senatore ds, ci mette un po’ prima di esprime il proprio giudizio sulla vicenda. Riflette a lungo, poi misura le parole e spiega: «Partiamo dal punto che gli interessi prevalenti sono quelli dei consumatori e degli investitori. E indubbio che la politica francese ha ostacolato la liberalizzazione del mercato elettrico danneggiando i consumatori. Questa azione va contrastata con una risposta politica. Bisogna far sì che il caso Edf diventi l’occasione per un’azione congiunta che parta dall’Italia e coinvolga Spagna e Inghilterra. Nell’Europa del mercato unico bisogna evitare che imprese di stato di un paese si espandano nei territori che gli altri paesi hanno reso liberi.
Domanda. Allora che cosa è che non la convince?
Risposta. Che bisogna porsi anche il problema dei diritti degli azionisti. Di tutti, quelli di Montedison, come di quelli delle banche azioniste. Senza dimenticare che garantire la certezza del diritto, non cambiare le regole del gioco in corsa, sono cose importanti se si vogliono attirare investimenti stranieri nel nostro paese.
D. I suoi dubbi riguardano i fondamenti del decreto?
R. Non sono un giurista, ma non vedo come si possa sterilizzare il voto di un azionista di minoranza di un’azienda privata. A meno che non sia un espediente tattico per guadagnare tempo, in funzione dell’obiettivo strategico
D. Invece destra e sinistra dicono insieme: non passa lo straniero.
R. Ma la nazionalità non c’entra. Il problema non è che Edf sia francese, ma che sia pubblica. Tra l’altro se assumesse il controllo di Montedison, ci sarebbe una riduzione di concorrenza. Edf è già un player sul mercato italiano, con il 10% dei rifornimenti.
D. Enel e France télécom hanno potuto comprare Infostrada. Che cosa cambia?
R. Domanda giusta. Le vicende Wind prima e Infostrada poi indeboliscono la posizione italiana: mica abbiamo sterilizzato la quota France Télécom in Wind! La risposta vera a Edf è fargli concorrenza, ‘dimostrare che un privato è più efficiente di uno pubblico. Gliela faccia un’ Enel tutta privata, concentrata a fare solo il suo mestiere, vendendo Wind e lasciando stare gli acquedotti, in Italia e altrove. Gliela faccia in Europa, e anche in Francia dove gli spagnoli hanno dimostrato che si può entrare.
D. Intanto è stata chiesta la sospensione della gara Genco. La convince?
R. Per carità, ma che giochiamo a farci del male? Al contrario si deve accelerare, non solo, ma ampliare le quote di mercato a disposizione dei privati. Per vendere non c’è solo la strada di fare delle Genco, le centrali si possono anche vendere una per una. Si fa prima.
maggio 24, 2001