Evviva Errea, che decide di sfidare il boicottaggio anti israeliano

dicembre 2, 2024

0


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Al Direttore.
Poco meno di un anno fa i giudici dell’Aia della International Criminal Court (Icc) emisero un mandato di cattura internazionale contro Putin, ufficialmente ricercato con l’accusa di crimini di guerra per avere deportato bambini e adolescenti ucraini in Russia. Infatti, secondo quanto definito dalla Convenzione sul genocidio del 1948, il trasferimento forzato di una popolazione costituisce genocidio, un crimine contro l’umanità che i giudici dell’Aia hanno giustamente sanzionato.

Fin dall’inizio trovai ottimista il titolo che lei appose al pezzo in cui ne scrissi il 24 marzo 2023: “Fine delle ipocrisie”. Di prammatica aggiungere “che la giustizia debba fare il suo corso”; logico quello che avevo annotato, e cioè che “arrestare il capo di una potenza nucleare non sarà senza problemi”. Ma contrariamente a quanto previsto dal suo occhiello, “il mandato d’arresto contro Putin” non fu “un segnale anche per i nostri sedicenti pacifisti”: le ipocrisie non finirono allora e non sono finite adesso. E’ vero che, misurato a numero di testate nucleari, arrestare il capo di Israele dovrebbe essere meno difficile che arrestare lo zar della Russia. Ma non è per questo che si legge “arrestate Netanyahu” e non “arrestate Putin”. Nonostante il fatto che siano entrambi condannati dallo stesso tribunale per la stessa accusa: e che nessuno si sia ricordato che questo giornale aveva pubblicato le ragioni per cui “le ipocrisie dei nostri sedicenti pacifisti” avrebbero dovuto aver fine già dal 24 marzo dello scorso anno.
La risposta del Direttore
A proposito di ipocrisie: il granitico, solidissimo, incontestabile giudizio della Corte penale internazionale, ovvero arrestate Bibi, ieri è diventato un meno granitico, meno solido, meno incontestabile non lo dovete arrestare se Israele farà una sua indagine interna. Anche perché, come ha spiegato bene due giorni fa il governo francese, il primo ministro di un paese che non riconosce la Corte penale internazionale gode di fatto di un’immunità, perché non è soggetto alle regole della Corte penale internazionale. Lezioni invece di anti ipocrisia sempre su Israele: meriterebbe una statua, un’altra, l’azienda italiana Errea, che è diventata nuovo sponsor della Nazionale israeliana di calcio, dopo la rinuncia a esserlo della Puma, che ha fatio to un passo di lato dopo cinque anni in cui ha subìto una campagna di boicottaggio. Viva Errea.

ARTICOLI CORRELATI
Fine delle ipocrisie
di Franco Debenedetti – Il Foglio, 24 marzo 2023

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: