Intervista di Gianluca Zapponini a Franco Debenedetti
L’economista e scrittore a Formiche.net: Conte è il più grillino dei grillini, abbiamo affidato il destino di una multinazionale che fa strade in tutto il mondo a un tribunale del popolo. Follia togliere la concessione ad Aspi prima che la magistratura abbia fatto il suo corso. Non posso credere che Zingaretti appoggi la rinazionalizzazione della rete autostradale
Un Paese strano, l’Italia. Dove vicenda industriale, quale doveva essere Autostrade, assume i connotati di una partita politica, con tutte le conseguenze del caso: revoca della concessione sì, no, Benetton fuori o dentro. Sono in molti a ritenere che un ritiro della concessione alla società della galassia Benetton sarebbe un bagno di sangue, anche per lo Stato (7 miliardi di indennizzo sicuri, più la possibile sconfitta nel contenzioso). Lo ha detto, pochi mesi fa ma lo si è saputo solo oggi, l’Avvocatura dello Stato, spingendo persino il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli a chiedere a Giuseppe Conte di provare transare prima di far calare la mannaia su Autostrade. Commettendo, dice a Formiche.net l’economista Franco Debenedetti, un errore madornale.
Debenenetti, siamo arrivati forse al redde rationem su Autostrade. Giusto arrivare a un aut aut?
C’è stato il crollo, è chiaro che ci sono delle cause. Ma è nel processo che si accertano le responsabilità. Non sono emerse negligenze, né in Aspi, né da parte di organi di vigilanza, tali da far pensare a un rapporto causale con il crollo. Chiaro che non si può aspettare il giudizio di un tribunale, occorre decidere prima. Secondo me bisognava lasciare la concessione ad Autostrade, ma iniziare una verifica del sistema di controllo interno e dalla verifica di tutte le infrastrutture, affiancandola con competenze esterne della Pubblica amministrazione magari coadiuvata da esperti.
Il Movimento 5 Stelle ha sempre chiesto la testa dei Benetton. Un errore?
Assolutamente sì. La soluzione migliore, per tutti, sarebbe stata quella di lasciare la concessione ad Autostrade perché senza dubbio sa fare il mestiere meglio di altri, perché ha un’esperienza sul campo. Togliere la concessione ora e subito ha solo uno scopo punitivo per una colpa che non è stata accertata in tribunale.
In caso di revoca lo Stato dovrebbe dare sette miliardi sull’unghia ai soci di Autostrade… gli italiani alle prese con la recessione capirebbero?
Sette secondo il governo, 23 secondo Atlantia. E anche questo dovrà essere accertato in tribunale. Io governo ha fatto passare una legge (l’articolo 35 del decreto Milleproroghe, ndr) per cui revocare costa 7 miliardi . Persino uno studente di legge al primo anno capirebbe che è incostituzionale stabilire per legge quello che deve risultare da un giudizio. Né Montecitorio né Palazzo Chigi sono dei tribunali: è illegale mettersi a farne le veci.
Non la preoccupa anche il fatto che il governo non abbia un piano B? Chi dovrebbe subentrare ai soci di Autostrade, una volta messi fuorigioco?
Lo Stato potrebbe voler ri-nazionalizzare la rete: la costituzione prevede l’esproprio per pubblica utilità, salvo indennizzo. Dopo averla nazionalizzata bisogna stabilire chi la gestisce e a chi risponde. Per la gestione è stata fata passare una norma per cui in caso di revoca della concessione, Anas subentra Aspi. Una buona scelta? Sono crollati anche ponti gestiti da Anas. Si è ventilato che Anas potrebbe essere comprata da Cdp, (anche se oggi pomeriggio il presidente della commissione di Vigilanza sulla Cdp, Sestino Giacomoni, ha respinto l’ipotesi di un coinvolgimento della Cassa, ndr). Ripeto, la cosa più conveniente è lasciare la concessione in essere, in attesa che la magistratura, accerti le responsabilità.
Punire i Benetton rischia di uccidere una grande impresa italiana. Possibile che al governo non lo capiscano?
Certo, si uccide una delle poche ma grandi imprese italiane. Atlantia dopo l’operazione con Abertis, gestisce autostrade giro per il mondo, ha una partecipazione in Hochtief, una delle maggiori società di costruzione europee. Ed è partecipata da Allianz e della Belt and Road Initiative della Cina. Che ci sia qualcuno orgoglioso che il nostro risparmio postale (Cdp, ndr) venga usato in simili imprese, ormai non scandalizza più. Ma il governo deve assumersi la responsabilità di distruggere così una delle poche grandi aziende che ci sono rimaste.
Le va una scommessa? Alla fine come finirà tutta questa storia?
Che tra i grillini ci sia la voglia di ergersi a tribunale del popolo e revocare la concessione stabilendo anche quanto pagare, è coerente con la loro natura. Conte si rivela più grillino dei grillini, Non mi stupirei se avesse pensato a uno scambio: il sì alla revoca contro il sì al Mes. Ma la ri-nazionalizzazione di Autostrade, proposta inizialmente da Leu, adesso trova unita tutta la sinistra, da Leu a Zingaretti a Renzi. E allora temo che abbiamo perso tutti il senno.
luglio 17, 2020