Oggi si svolge a Torino l’assemblea che insedierà la nuova squadra al governo di Telecom. Si apre così un nuovo capitolo, di grandi aspettative, di straordinari impegni e, come vedremo, anche con una novità per Torino. Se ne chiude un altro, quello dell’Opa, una vicenda che ha appassionato e diviso, e che oggi consente più pacate considerazioni.
L’Opa ha dimostrato che la nostra è una piazza finanziaria che può reggere operazioni tra le più grandi mai effettuate; che il nostro è un paese con regole moderne e istituzioni di controllo funzionanti; che il paese occidentale che fino a pochi anni fa vedeva la massima presenza dello Stato nell’economia, è capace di privatizzare in un sol colpo il monopolio dei telefoni, e poi di lasciare che esso sia oggetto della più classica operazione di mercato, l’Opa ostile.
Tutte le grandi aziende italiane sono diventate contendibili: lo sanno i consigli di amministrazione, lo sanno i manager. Anche nell’opinione pubblica la concorrenza è diventata un valore positivo.
Da parlamentare torinese mi sono chiesto se questa vicenda, oltre a portare benefici all’immagine internazionale dell’Italia, oltre a produrre una sferzata di efficienza per il sistema delle imprese, non potesse offrire un vantaggio specifico per Torino.
Nella nostra città Telecom ha la sede legale, ma negli anni l’azienda aveva perso la sua «torinesità»: il governo era l’azionista, i politici i referenti, Roma la sede reale.
Ne ho più volte discusso con Roberto Colaninno e ho avuto un’indicazione che conferma anche da parte sua la volontà di rafforzare la presenza Telecom a Torino: Telecom localizzerà a Torino il suo centro servizi. Tempi e modi saranno definiti dalla società e concordati con amministrazioni locali, ma fin d’ora può affermare che i posti di lavoro saranno dell’ordine di 1000.
Torino è città simbolo dell’attività manifatturiera, vive questa eredità sovente più con preoccupazione che con orgoglio.
La decisione di Telecom oggi, quelli che – speriamo seguirà – di Motorola, le iniziative mediatiche e di comunicazione indotte dalle Olimpiadi del 2006; tre elementi su cui costruire per dimostrare che la nostra cultura industriale è un patrimonio prezioso per sviluppare a Torino l’industria dei servizi.
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giugno 28, 1999