È il mercato signora Merkel

maggio 21, 2010


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore


Senza alcuna efficacia il divieto di vendite allo scoperto di Cds

Esortazioni a vietare le vendite allo scoperto, a mettere fuori legge i Cds, le assicurazioni contro il rischio d’insolvenza, si sono sentite più volte da quando è scoppiata la grande crisi finanziaria. Ad esse si è replicato dimostrando con analisi teoriche e prove empiriche che, poiché si tratta di pratiche utili al mercato e ai risparmiatori, vietarle porta più danni che vantaggi.

Analisi e prove che non è quindi il caso di ricordare a proposito dei provvedimenti contro la vendita allo scoperto emanati nella notte di martedì dal governo Merkel, in una giornata che ha visto l’Ecofin votare una direttiva che obbliga tutti i fondi alternativi (hedge e di private equity) a registrarsi in uno stato dell’Unione per poter continuare ad operare, e Angela Merkel messa sotto pressione dal suo stesso partito per introdurre una tassa sulle transazioni bancarie. Provvedimenti tutti di scarsa efficacia pratica, capaci di produrre effetti contrari alle intenzioni, ispirati da preoccupazioni di sola politica interna.

Scarsa efficacia: le disposizioni del regolatore BaFin si applicano solo ai titoli trattati alla Borsa di Francoforte. Non è chiaro che cosa succeda a quelli trattati su altre Borse. I Cds per l’80% sono negoziati sulla piazza di Londra, ed è inconcepibile che in Gran Bretagna il nuovo governo liberal-conservatore si adegui alla proposta tedesca (anche se incontra il consenso del regolatore finanziario Lord Turner). Se gli hedge fund saranno indotti a traslocare da Londra, dopo quella agli gnomi di Zurigo, faremo guerra alle sirene di Ginevra?

Conseguenze inintenzionali: è sconcertante la sicumera con cui ci si è passati sopra senza curarsene. Senza chiedersi se sia di utilità o di danno alle 10 grandi società vedersi dichiarate bisognose di protezione da possibili attacchi. Se alletti o distolga i grandi investitori a cui dovremo chiedere di sottoscrivere le future emissioni di debito pubblico: se l’esempio viene seguito, finanziare i nostri debiti ci costerà un poco di più; se non viene seguito, che Unione è?

Se nel caso di un non improbabile indebolimento dell’euro, un intervento così massiccio non offra agli americani il destro per accusarci di beggar thy neighbor. Indicendo ritorsioni che potrebbero far risorgere lo spettro di quello a cui condussero meno di un secolo fa. Questi provvedimenti, e le giustificazioni che ne sono state date, aumentano o diminuiscono la credibilità dell’euro? Agire da soli, quando nell’Europa dell’euro (per non parlare di quella a 27) ci sono situazioni tanto variegate, aumenta o diminuisce la coesione a cui si turibola?

È lo Spiegel, non un giornale anglosassone in odore di euroscetticismo, a scrivere sul suo sito online che il bando alle vendite “nude” serve a venir incontro alla rabbia dell’opinione pubblica, ma che in realtà si tratta di un altro inganno, al solo scopo di dare l’impressione che il sistema politico ha la situazione sotto controllo. Chi semina vento… : quanti articoli si sono letti, anche da noi, anche su giornali che formano l’opinione pubblica, in cui la colpa di tutto viene attribuita all’ingordigia di Wall Street, alla speculazione fatta con i soldi altrui, alla complicità delle agenzie di rating, agli interessi che aspettano solo di lucrare dal fallimento dell’euro e dalla disgregazione dell’Europa? Possibile che si continui a non capire che il mercato non persegue scopi, né politici né economici, che la sola cosa che fa è attribuire prezzi alle cose, e che mettere le zeppe al suo funzionamento, dannoso sempre, diventa massimamente controproduttivo proprio nei momenti di turbolenza?

I mercati – o la speculazione, se si gradisce – non fanno che rilevare le contraddizioni dell’Europa. Dopo tutto quello che si è detto per giustificare l’assoluta necessità di evitare la ristrutturazione del debito greco, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble annuncia che in settimana avanzerà proposte di procedure per “insolvenze ordinate” di paesi dell’euro. Angela Merkel in parlamento ripete la necessità di rinforzare il Patto di stabilità e crescita (avrà ricordato quanto Germania e Francia hanno contribuito a indebolirlo?). Una giaculatoria anche quella, come ci si sta rendendo conto: «I mercati hanno ragione a diffidare del rigore di bilancio», scriveva ieri l’altro Martin Wolf nel suo editoriale sul Sole 24 Ore, senza crescita, nei paesi della periferia europea non ci sarà stabilità dei bilanci. «Da solo il cilicio s’indossa male», la sola strada è un miglioramento strutturale che faccia recuperare produttività e quindi aumentare le esportazioni.

Che cosa abbia a che fare tutto questo con il bando alla vendita allo scoperto, vorremmo scoprirlo anche noi.

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