Nel giorno dell’uscita di scena di Gian Paolo Zancan, il caso Bingo torna a tormentare i Ds. E rischia di farne le spese il senatore Franco Debenedetti, sconfessato dall’Unione Centro-Crocetta della Quercia che annuncia: »Non raccoglieremo le firme per ricandidarlo».
L’abbandono di Zancan, nell’aria da qualche tempo, aumenta l’incertezza nel Sole che Ride. Il portavoce cittadino, Roberto Tricarico, afferma che «il ritiro di Zancan conferma un deficit di relazione tra i cittadini organizzati in partiti e i cittadini estranei ai movimenti politici». Tricarico aggiunge di condividere «I’ appello per ‘Una nuova politica’ lanciato dal Gruppo Abele» che sarà oggi oggetto di un convegno delle associazioni di volontariato. La speranza dei Verdi è che proprio dal convegno di oggi possa nascere una lista civica di sinistra radicale. In alternativa c’è all’orizzonte l’alleanza con Rifondazione per sostenere un candidato a sindaco Rosso-Verde. Se poi anche questa ipotesi si rivelasse impraticabile i Verdi potrebbero rientrare nell’alleanza di centrosinistra che sostiene Carpanini.
Torna intanto aspra la polemica in casa diessina sul caso Bingo che nei giorni scorsi aveva portato alle dimissioni del responsabile torinese degli enti locali, Stefano Esposito. Ultimo scandalo, un articolo del senatore Franco Debenedetti che difendeva la liceità della legge che consente alle società private (tra le quale alcune vicine ai partiti) di ottenere la concessione per la gestione del gioco d’azzardo. Nei giorni scorsi Piergiorgio Scaffone, tesoriere dei Ds piemontesi, ha scritto una dura lettera a Debenedetti riesumando addirittura «la Cuba del dittatore Batista», dove appunto il gioco d’azzardo costituiva una delle principali entrate dello stato. E ieri l’Unione Centro-Crocetta del partito ha contestato a De-benedetti l’ultima frase dell’articolo in cui si afferma che «il gioco d’azzardo, come il capitalismo, serve a separare il denaro dai cretini». «La concezione di un sistema capitalistico che definisce cretino chi non ha denaro – si legge nel comunicato diessino – si pone in contrasto insanabile con la tradizione di una forza di sinistra». Ergo, i diessini non raccoglieranno firme «per l’eventuale ripresentazione del senatore Debenedetti».
Il senatore ha reagito con una breve dichiarazione: «Credo che i dirigenti dell’Unione Centro siano incorsi nell’infortunio di leggere il mio intervento in modo opposto a quello in cui è scritto».
Poi ha sottolineato: «La legge sul gioco d’azzardo non è firmata da Batista ma da D’Alema e Visco». Nel tentativo di calmare le acque è intervenuto il segretario cittadino dei Ds, Alberto Nigra: «Penso che la reazione dell’Unione centro sia una reazione sbagliata a un articolo dal finale sbagliato. La candidatura del senatore Debenedetti è di tutta la coalizione e va discussa da tutta la coalizione».
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febbraio 26, 2001