Debenedetti: attenti, alla fine si paga il conto

maggio 19, 2002


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali


Intervista di G. Sar.

«Lo dico da uomo di sinistra: scio­perare è un diritto, però occhio alle conse­guenze economiche, perché alla fine si paga il conto». Franco Debenedetti, senatore dei Ds, guarda con preoccupazione alla lunga serie di stop nei servizi pubblici.

Senatore, i sindacati stanno sbagliando?
«Nessuno vuole mettere in discussione il di­ritto di sciopero, ci mancherebbe altro. In questo caso, poi, ci troviamo di fronte a un ci­clo di agitazioni che hanno per oggetto l’ag­giornamento dei contratti. Anche se, bisogne­rebbe sempre ricordare che bloccan­do i servizi pubblici non si danneg­gia un padrone, bensì tutti gli uten­ti».

Qual è la sua preoccupazione?
«Guardiamo a quello che sta suc­cedendo in Europa. La protesta dei metalmeccanici tedeschi ha frenato l’economia di quel Paese, gelando la congiuntura. E non basta. C’è an­che un effetto strutturale. La Banca centrale europea lo ha detto con chiarezza: un aumento del 4,5% dei salari potrebbe alimentare fiammate inflazio­nistiche».

Gli scioperi hanno sempre delle conseguen­ze…
«Sì, ma non sempre si riflette fino in fondo su questi aspetti, specie se si imbocca la stra­da dello sciopero a oltranza. In casi simili a questo il sindacato rischia anche la sconfitta, come è accaduto in Francia, dove le rappre­sentanze dei lavoratori si sono contrapposte per mesi al ministro Juppè, con risultati disa­strosi»

Vede questo pericolo anche per l’Italia?
«Mi pare che nell’ultimo anno ci si­ano state oltre 120 milioni di ore di astensione dal lavoro. E questo è un dato di cui bisogna tenere conto. Quindi, e lo dico da uomo di sinistra, non dobbiamo dimenticare le conse­guenze economiche degli scioperi, in termini di diminuzione del prodotto interno lordo. Del resto mi pare che qualche segnale si stia già vedendo».

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