Intervista di G.D.M.
«È un errore infilarsi in un coacervo di contraddizioni com’è quello rappresentato dal popolo di Seattle. Questa non è politica, è solo turismo antiglobalizzazione». L’adesione della Quercia alla manifestazione di sabato del Genoa social forum non convince il senatore diessino Franco Debenedetti.
Lotta alla povertà, cancellazione dei debiti, uguaglianza. Le richieste degli anti-G8 possono lasciare indifferente la sinistra?
«No, certo. Ma andare a Genova a protestare non fa altro che aumentare la confusione. Perché confusi sono i temi che caratterizzano i no-global. Un’opposizione di governo, come dovrebbe essere quella dei Ds, sta di qua non di là. Dalla parte della proposta, non dalla parte della protesta. E noi abbiamo tanti temi da proporre senza confondere la gente. Istanze come la lotta alla povertà, la questione sanitaria non trovano ascolto solo nello schieramento del popolo di Seattle».
I Ds si mettono dalla parte sbagliata della barricata?
«Tocca anche a noi, è ovvio, dare visibilità ai problemi creati dal mondo globale. Ma il G8 si fa carico della complessità della situazione, di riconoscere e affrontare i punti controversi della globalizzazione. Dall’altra parte ci si limita a fare un elenco. E la stessa differenza che corre tra chi, per un libro, si occupa di scrivere la trama e chi invece si limita a fare l’indice analitico. È molto facile elencare i problemi, più difficile è affrontarli. Come si conciliano, ad esempio, tra i contestatori le posizioni protezioniste di Bovè e i bisogni dell’Africa per cui si chiede di annullare o ridurre le barriere doganali che impediscono le esportazioni? Possiamo affrontare le grandi questioni del mondo stando dalla parte di chi vive queste contraddizioni? Io penso di no».
La Quercia torna partito di lotta e dimentica il governo?
«Spero che questo non sia un precedente. È logico che i Ds si pongano il problema della povertà o dell’uguaglianza. Sono temi immanenti nella politica, priorità della sinistra. Bisogna vedere come risolverli, quali sono le risposte più razionali. Andare a Genova non è una risposta razionale».
luglio 7, 2001