di Goffredo Pistelli
Quando chi serve lo Stato e deve far rispettare la legge pesta i calli a un potente è sempre un problema. Se è un «politicante» qualsiasi, un boiardo da partecipazioni statali, un eroe qualsivoglia del sottogoverno patrio, dopo aver proferito il consueto «lei non sa chi sono io», impugna il cellulare e cerca qualcuno che, nella scala gerarchica, sovrasti l’importuno e cerca di vendicarsi.
Nelle pieghe della storia patria ci sono schiere di anonimi impiegati, marescialli, ispettori, trasferiti, finiti in Sardegna o nei sottoscala dei palazzo pubblici, nelle caserme di provincia per non aver saputo discernere chi vive ai piani alti del Paese da quella degli altri comuni mortali.
Se il potente è invece una persona colta e spiritosa, come l’economista Franco Debenedetti, 80 anni, già senatore Pds-Ds, e già industriale col fratello Carlo, a callo pestato, si risponde con callo pestato.
Sanzionato con 58 euro e spiccioli per un divieto di sosta a Cortina d’Ampezzo, Franco Debenedetti ha preso carta e penna, ché scrivere gli riesce sempre bene, e, nei giorni scorsi, ha indirizzato al primo cittadino della località dolomitica una risentita missiva. O meglio, l’ha inviata al Corriere Veneto, con lo scopo non dichiarato, ma evidente, di ripagare il sindaco con la moneta dell’ironico disdoro, l’intraprendenza della sua guardia municipale dal verbale facile. Intendiamoci, Debenedetti non ha contestato il fatto in sé, riformista laico e progressista (e per di più spiritoso) non potrebbe schierarsi contro la legge, ma s’è scagliato, seppur col garbo dei padroni del vapore quando hanno studiato, sulle modalità della sanzione.
Con dovizia di particolari, l’ex-senatore ha spiegato che «a Capodanno, mezzodì di una giornata di sole» si trovava nella centrale via Roma e «l’amico con cui volevo andare a sciare tardava e avevo messo la mia A3 in testa a una fila di macchine ferme in doppia fila». Il tempo, per il lettore di chiedersi del perché l’ex-senatore informasse tutti della sua motorizzazione Audi, che Debenedetti rivelava il fattaccio: «Stavo armeggiando con la radio, quando alzo la testa e vedo nello specchietto retrovisore un vigile, che sta scrivendo sul suo blocchetto: prima che finisse, metto in moto e mi allontano». Proprio così, ha portato le quattro ruote motrici tedesche altrove, dicendo, fra sé e sé: «Voglio proprio vedere se mi mandano la multa».
Niente: dalle Dolomiti, pochi giorni fa, «la busta verzolina» è arrivata. «Il coraggio e il buon senso» non avevano prevalso «sull’ottusità», come invece Debenedetti s’era augurato, il quel primo dell’anno, sgassando in faccia al vigile. Nella lettera, in cui confermava d’aver pagato la sanzione, annunciava l’invio di tre copie del libro «Sudditi», edito dall’Istituto Bruno Leoni, think tank liberale, a sindaco, capo dei vigili e anonimo multatore col quale Debenedetti era particolarmente arrabbiato perché, ha scritto, anziché elevare la contravvenzione avrebbe potuto dargli un colpetto al vetro e lui se ne sarebbe andato. «Pagherò la multa, non farò ricorso», ha assicurato l’ex-senatore.
Andrea Franceschi, giovane sindaco ampezzano, classe 1978, eletto a capo di una lista civica, uno che s’era risentito per il blitz delle fiamme gialle montiane a caccia di Suv nel Natale 2011, ha risposto, sempre sul medesimo giornale, dicendo che pure lui, il primo cittadino, di multe ne prende eccome, e che l’intransigenza da quelle parti è una sorta di marchio di fabbrica. Finita qui? Manco per sogno.
Sul blog di Debenedetti è comparsa una vera e propria bacchettata da un un certo P. (Paolo, Pietro, Pilade?) Girotto che, qualificatosi come brigadiere dei Carabinieri proprio a Cortina, all’ex-senatore ne ha dette quattro e forse un po’ di più. «Leggendo la sua lettera», ha scritto il sottufficiale «ho appreso che esistono ancora autisti di macchine che si permettono di parcheggiare in seconda fila. In seconda fila non è permessa neanche la fermata!!!”, chiarendo subito che è «con comportamenti come il suo che in Italia si è abbassata la soglia del comune sentire nella commissione di un illecito»! Il carabiniere ha invitato Debenedetti a provare a far lo stesso oltre confine, nelle vicine Villach, in Austria, o a Poschiavo, in Svizzera. Che cosa succeda, l’ha spiegato Girotto: «Arriva una macchina con targa civile da cui scende una persona in abito civile che si qualifica e le intima di spostarsi e poi le contesta la contravvenzione alle norme che regolano la circolazione stradale». Conclusione: «Penso che lei, frequentando le strade di Roma, abbia disimparato a guidare».
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marzo 21, 2013