Criticate pure Ferrara (ma lasciate stare Radio Londra)

maggio 24, 2011


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair



dalla rubrica Peccati Capitali

Un mio amico di Londra, viste un paio di puntate di “Radio Londra” sul TG1, mi scrive indignato: trova oltraggioso al limite dell’oscenità usare la famosa sigla per una trasmissione a suo parere patetica e becera. Qualcosa non mi torna. Non nel giudizio sulla trasmissione, dove ciascuno é libero di avere le sue opinioni: ma é logicamente corretto che, se questo è negativo, sia automaticamente da condannare anche l’uso della sigla?

Non c’é più guerra, non ci sono partigiani sulle montagne, Giuliano Ferrara usa quella sigla in senso metaforico. Radio Londra era la voce della verità contro la propaganda, e lui vuol essere una voce diversa da quella della ufficialità. Serviva per mandare messaggi cifrati ai partigiani, e lui si rivolge a tutti ma ha messaggi per pochi. L’artificio retorico dell’antonomasia elogiativa é l’opposto dell’ ironia denigratoria: non c’é “oltraggio” nella sua scelta.

Sono due e distinti i livelli di giudizio, quello sul simbolo prescelto e quello sui contenuti veicolati. Per arrivare al giudizio di illiceità del simbolo bisogna passare attraverso il giudizio negativo sul contenuto; per arrivare all’ “oltraggiosamente osceno” si deve passare dal “pateticamente becero”. La censura del contenitore presuppone la censura del contenuto. E poiché noi non vogliamo la censura, possiamo contestare il messaggio ma non l’uso del simbolo.

Invertire l’ordine, prima il simbolo e poi i contenuti, é l’errore logico di quelli che rifiutano Berlusconi perché “unfit”, anomalo, invece di contestarlo politicamente per le cose che ha fatte e per quelle che non ha fatte: temi su cui non fanno certo difetto gli argomenti. In logica si chiama petizione di principio. Per i lettori di questa rubrica, peccato capitale.

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