Copyright scaduto: che si fa con il Mein Kampf?

aprile 12, 2011


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair


dalla rubrica Peccati Capitali

Nel 2015, trascorsi 70 anni dalla morte di Hitler, il Mein Kampf diventerà di dominio pubblico: chiunque potrà riprodurlo. Fa effetto parlare di “diritti d’autore” per uno che si chiama Adolf Hitler, di “opera d’ingegno” per un libro che istigò alla devastazione dell’Europa, di “creazione” per un’opera che seminò distruzioni, di “diritti” per un libro che incita a calpestarli. Ma non cambierebbe molto rinviare per legge il termine.

Il tempo assurdamente lungo, 70 anni, accordato ai diritti d’autore, qui é servito a mettere un po’ di distanza; dopo 90 anni – Hitler lo scrisse in prigione per il fallito putsch della birreria- il libro sarà diventato illeggibile. Per volontà degli Alleati, i diritti del partito nazista, erede testamentario di Hitler, passarono alla Baviera, che, vietata la pubblicazione in Germania, ha cercato di evitarne la diffusione negoziando accordi con singoli paesi. (Curiosità: Hitler aveva vietato la traduzione in francese, non voleva che circolasse in un Paese “negrizzato”). Ora la proposta (www.meinkampfprevention.org) é di fare un’edizione critica, con note e contestualizzazione storica.

E’ inquietante pensare che in America, dove la pubblicazione é permessa in forza del Primo Emendamento, circolino 15.000 esaltati che ogni anno lo comperano, ma siamo nella percentuale statistica dei pazzi Non é che uno diventi nazista perché compera il Mein Kampf: chi lo fa, nazista lo é già di suo. Un altro campione dell’odio antisemita, il Protocollo dei Savi di Sion, é popolare nell’islam: in Arabia Saudita lo insegnano nelle scuole, Hamas lo ha nell’art.42 del suo statuto. Il male sarà sempre tra noi: la sola difesa é non dimenticare. Mai.

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