No, noi siamo contrari alla privatizzazione semplice delle reti televisive: che devono rimanere in mano pubblica». A dirlo non è Fausto Bertinotti, o Nerio Nesi, o un esponente dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: è l’on. Paolo Romani, responsabile informazione di Forza Italia, intervistato da Milano Finanza. Mentre il centrosinistra dissotterra le improbabili armi riposte ai tempi della Bicamerale, quella cioè di proporre L’ineleggibilità di un candidato che riscuote il consenso – punto più punto meno – del 50% dell’elettorato, o, in alternativa, quella di imporgli la vendita forzata delle sue imprese, l’esponente di Forza Italia ci aiuta a riportare il problema al dato di fondo: conflitto di interesse e questione Rai sono inestricabilmente legati tra loro.
Il problema non si risolve dilatandolo, come vorrebbe fare Walter Veltroni, a comprendere il tema del rapporto tra potere economico e potere politico: tema certo interessante dal punto di cista costituzionale, ma che nella sua generalità è del tutto ‘strano e inattuale nella sitti27ione italiana. È invece dalla sua 7ealtà storica che bisogna partire: la vicenda industriale di Berlusconi sorge in reazione al monopolio televisivo pubblico, la ;ua vicenda politica si sviluppa prima per affermare e poi per difendere la sua azienda. Proprio chi denuncia la abnorme concentrazione di potere mediatico che si verrebbe a creare se il proprietario di Mediaset si insediasse a Palazzo Chigi, implicitamente conferma e accetta che la Rai è proprietà del partito al Governo. Questa è l’anomalia vera, è per l’esistenza di questa anomalia che si è costruito il potere di Mediaset: logico che Forza Italia ne voglia sopra ogni cosa il mantenimento.
Il primo a non volere la liberalizzazione del settore televisivo è Berlusconi: il progettato acquisto di Tmc da parte di Telecom, assai più che per la modesta audience, è importante perché rimescola le carte e mostra la precarietà di una regolamentazione basata su concessioni e limiti antitrust. Di fronte a questa eventualità la sua reazione di chiusura ha avuto la rapidità di un riflesso pavloviano.
E’ per questo che privatizzare la Rai è interesse del centrosinistra. Il Tesoro, adesso che ne è proprietario, ha i poteri se non per vendere, almeno per predisporre l’azienda alla privatizzazione: ad esempio separando le reti finanziate dalla sola pubblicità da quella finanziata dal solo canone. Ma solo con la vendita, con la concorrenza tra operatori privati, si può superare il problema che da 10 anni blocca la politica italiana: l’unica soluzione politicamente praticabile del conflitto di interesse è attivare il conflitto di interessi.
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luglio 27, 2000