Con la bussola del Quirinale

giugno 13, 2004


Pubblicato In: Giornali, Panorama


I primi orientamenti di Montezemolo verso il mondo politico

La famiglia Agnelli è determinata a continuare nell’impegno diretto in Fiat. Oltre a questo primo, importantissimo significato, la nomina di Luca Cordero di Montezemolo ne ha anche uno che riguarda la politica e il Governo.

Le strade di Berlusconi e di Montezemolo si erano già incrociate pubblicamente. Nel 2001, Gianni Agnelli aveva “offerto” il suo brillante manager per una posizione nel governo che si stava formando; Montezemolo aveva cortesemente declinato, si sentiva troppo impegnato a far vincere le Ferrari. Nel 2003, le parti si erano invertite: toccasse a lui risanare la Fiat, aveva detto Berlusconi, chiamerebbe Montezemolo a guidarla.
Una settimana fa, Umberto Agnelli non c’è in Confindustria al “discorso della corona” di Montezemolo. Un discorso che è uno stupefacente capovolgimento rispetto al passato. Altro che Parma 2001, che aveva visto Berlusconi esclamare entusiasta “Caro D’Amato, il tuo programma è il mio, governiamo insieme”! Montezemolo mette subito in chiaro che il suo riferimento non è Palazzo Chigi, ma il Quirinale; ne registra l’avallo al suo “fare squadra”; rimette al centro la concertazione e l’accordo ciampiano del 1993. E poi, via! Federalismo? “rischia di fare affondare il Paese”. Riduzione delle tasse? “possibile solo in un quadro positivo di finanza pubblica”. Conflitti sociali? “una stagione che non ci appartiene”. Le tanto vantate nuove infrastrutture? Ridimensionate: “il disegno delle nuove autostrade e di treni ad alta capacità ha acquisito una maggiore visibilità”. Fino a inneggiare alla “Vecchia Europa”, mentre Berlusconi aveva promosso il manifesto di quella “nuova”.
Questi sono i pensieri attuali dell’uomo che oggi siede al vertice Fiat. Vuol forse dire che la Fiat di Montezemolo cesserà di essere, come diceva l’Avvocato Agnelli, governativa per definizione? Neanche per sogno. Un’apertura all’Ulivo? I padroni fan correre Schumacher, ma guidano prudenti. E’ solo che i cosiddetti poteri forti hanno uno spiccato senso per capire la direzione del vento. Anche, e forse soprattutto, quando sono deboli. Momentaneamente, speriamo.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: