→ aprile 9, 1998
L’accusa che il Presidente della Repubblica ha lanciato venerdì 28 marzo a quegli industriali “predoni del Sud”, che hanno preso i denari dello stato senza creare lavoro e radicare imprese ha dato luogo a un’accesa ma breve polemica, presto dispersasi nell’ermeneutica del dettaglio – a chi davvero alludesse il capo dello Stato – invece di concentrarsi sulla sua sostanza. Ritengo invece che essa meriti un approfondimento. Scalfaro ha scelto di parlare mentre al convegno di Parma Fossa ripeteva il suo non possumus: non si può accettare che la negoziazione dei contratti di lavoro sia sottratta alla libertà delle parti e sia imposta per legge.
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→ marzo 19, 1998
Il governo rincorre il treno per l’Europa ma rischia di perderlo sui binari italiani. Presi dalla discussione sui licenziati, si continua a rinviare le scelte strutturali necessarie. Il piano c’è: da Buenos Aires a Berlino mezzo mondo lo sta attuando
Chi ha pensato di poter paragonare la vicenda dei quattro ferrovieri licenziati dalle Ferrovie dello Stato ai 61 della Fiat nel 1980, ha dovuto rapidamente ricredersi. Il congelamento dei licenziamenti da parte dell’azienda da una parte conferma che esiste un grande macigno da rimuovere: quello della licenziabilità nel pubblico impiego. Ma, dall’altra, consente finalmente di mettere a fuoco il vero problema delle Fs italiane: che è di tutt’altro ordine.
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→ dicembre 1, 1997
La prosperità di un paese dipende in modo cruciale dalla intensità di investimenti in capitale umano. E questi dipendono dalla libertà che, concretamente, è libertà di scegliere. Dunque libertà per gli studenti, che devono poter scegliere tra sistemi formativi diversi per ambiente e per percorsi; e anche libertà per gli insegnanti che devono poter scegliere i sistemi formativi nei cui obiettivi e metodi meglio si riconoscono.
Parità scolastica, autonomia degli istituti, abolizione del valore legale del titolo di studio sono premesse necessarie per garantire a tutti libertà di apprendere e libertà di insegnare.
→ dicembre 1, 1997
La domanda corretta da formulare.
L’Italia è parte dell’Europa fin dalla sua fondazione, sarà probabilmente tra i primi nell’euro, la sua banca centrale è modello di indipendenza, ha autorità di controllo dei mercati finanziari e della concorrenza guidate da personaggi di grande valore intellettuale e morale. Dire che in campo economico in Italia siamo in presenza di un regime può dunque sembrare un paradosso.
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→ luglio 3, 1996
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa del senatore DEBENEDETTI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 LUGLIO 1996
Privatizzazione delle banche controllate
da fondazioni/associazioni
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→ giugno 29, 1996
Il capoluogo piemontese sembra contemplare, nell’inerzia, i suoi problemi e appare incapace di far leva sulle sue doti
A leggere questa classifica, la prima reazione e’ di incredulita’: meglio vivere a Berna che a Venezia? Torino al 129esimo posto su 142: meglio a Sassari che a Torino? I criteri scelti sembrano parziali, non valutano, per dirne una, le prossimita’: eppure la possibilita’ di muoversi e di collegarsi e’ assai rilevante, pezzi sempre piu’ importanti di vita si svolgono anche fuori dalla citta’ di residenza. Forse e’ sbagliata fin la pretesa di misurare un dato troppo soggettivo come la qualita’ della vita; converrebbe limitarsi invece piu’ pragmaticamente a discutere di servizi e di opportunita’ di lavoro.
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