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→  novembre 20, 2013


A proposito di “C’eravamo tanto amati” di Ritanna Armeni

Al direttore.

“Vivremo come i banchieri e voteremo come gli operai”, dicevano tra loro i borghesi nei primi anni di Weimar. I socialdemocratici, banchieri e operai, votarono contro Hitler, fu il rifiuto dei comunisti agli ordini di Mosca a consentirne la resistibile ascesa. Invece negli anni della nostra Seconda Repubblica, tra “sinistra” e “popolo” il “c’eravamo tanto amati” è diventato “reciproca antipatia”. Per Ritanna Armeni la frattura è dovuta ai radical chic, a me pare che il fenomeno delle varie gauche au caviar fosse piuttosto il tentativo di recuperare in chiave estetizzante, e da posizione di subalternità, una leadership politica che si sente perduta. Frattura si ha invece, da noi almeno, quando “la sinistra” cerca di imporre di nuovo al “popolo” la propria leadership, il proprio linguaggio politically correct; quando all’estetismo passivo sostituisce il moralismo prescrittivo, quando teorizza la propria diversità, leggi superiorità.

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→  novembre 14, 2013


Riassunto delle puntate precedenti. Un neozelandese compera all’asta per 2,9 milioni l’isola di Budelli. Insorgono WWF e la Coldiretti, Fulvio Pratesi e il nipote di Garibaldi, in 76.000 rispondono all’appello, si invoca l’intervento del neo senatore Renzo Piano: lo comperi l’Ente Parco Nazionale della Maddalena. Ma non si può, l’art 138 della precedente legge finanziaria impedisce a qualsiasi ente pubblico di comperare immobili fino al 31 Dicembre. Il termine per la prelazione scade l’8 Gennaio: si sterilizzi dunque il 138. SEL presenta il relativo emendamento alla legge stabilità.

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→  novembre 14, 2013


Usa la metafora del “robot” Giuseppe Guarino per descrivere la situazione in cui sono stati posti i membri dell’Unione monetaria, quando lo spazio della politica economica degli stati è stato sostituito dall’obbligo di stare dentro i famosi parametri di Maastricht.

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→  novembre 1, 2013


Al direttore

Il voto per la decadenza di Silvio Berlusconi riporta alla mente quello con cui approvammo la modifica del titolo V della Costituzione. Anche allora avevamo il diritto di votare a maggioranza la modifica della Carta; adesso è legittima la procedura con cui si è modificata la prassi del Senato e deciso per il voto palese. In entrambi i casi si tratta di errori politici, che la sinistra si porterà addosso nel suo futuro.

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→  ottobre 28, 2013


Che una proposta di legge trovi alcuni favorevoli e altri contrari è normale: di solito la divisione riproduce quella tra destra e sinistra. Invece l’iniziativa dei senatori Mucchetti e Matteoli volta a obbligare Telefonica all’OPA su Telecom Italia, raggiunge un risultato singolare: un larghissimo seguito in parlamento, un coro di critiche da parte dei commentatori, perfino di quelli che concordano sull’obbiettivo di sbarrare la strada agli stranieri. Coro consonante nella bocciatura, ma in cui ogni voce porta argomenti diversi: che vale quindi la pena mettere uno accanto all’altro.

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→  ottobre 25, 2013


Il Senato ha approvato una mozione che impegna il Governo a modificare la legge sull’Opa obbligatoria. Oggi scatta se un investitore raggiunge una quota del 30%; secondo la proposta, se si accerta un nuovo controllo di fatto. Che si tratti di una norma ritagliata su Telecom Italia è evidente, e i proponenti, Massimo Mucchetti del Pd e Altero Matteoli del Pdl, non ne fanno mistero. Telecom è controllata da Telco con il 22,4%; se Telefonica, che ha il 46,8% di Telco, ne diventa azionista di maggioranza, prende il controllo di Telecom stando sotto il 30%. Con la legge attuale non è obbligata all’Opa; Mucchetti vuole obbligarla a farla.

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