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→  febbraio 6, 2014


“ll movimento dei makers si va diffondendo” scriveva Huff Post. Pochi sanno che in Italia ci sono decine di migliaia di persone coinvolti nella digital fabrication, che le FabLab stanno nascendo ovunque in Italia. Ma basta guardarsi in giro per capire che le persone lavorano, comunicano, si aggregano, sono motivati in modi diversi, perfino agli antipodi di quelli dei tempi della politica industriale.

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→  febbraio 5, 2014


Al direttore.

Finmeccanica, Salini, Todini, Ansaldo, Eni (possibilmente), Expo, Alitalia (of course), il credito, le fondazioni. Intercettato il “Letta viaggiatore”: “Abbiamo un’altra Cdp!”.

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→  gennaio 30, 2014


Nell’Unione monetaria i poveri finiscono per salvare i ricchi? O sono i ricchi a cadere in una trappola? Analisi di un meccanismo che fa litigare stati e banchieri.

Le tensioni del 2012, apice della crisi finanziaria, sono diminuite: per il debito sovrano si sono ridotti gli spread, per le banche può partire la verifica della loro solidità. Si sono abbassati i toni della contrapposizione politica tra chi ha visto nella crisi la dimostrazione dell’urgenza di andare subito verso l’unione fiscale e chi invece è fermo nel considerare il rispetto dei trattati esistenti come la base di legittimità dell’Unione europea. Vivace continua invece la polemica tra economisti sulla politica monetaria: non solo sugli interventi della Bce, ma addirittura sul sistema dei pagamenti all’interno dell’Unione europea, che pure le Banche centrali hanno il compito primo di assicurare. Succede che venga messo in discussione perfino Target2, lo strumento del Sistema delle Banche centrali con cui funziona il sistema dei pagamenti all’interno dell’Unione monetaria: per alcuni sarebbe il mezzo con cui i poveri finiscono per salvare i ricchi, per altri la trappola in cui sprofonda la ricchezza dei cittadini. Bloccata la strada della mutualizzazione dei debiti, impraticabile quella dell’uscita dall’euro, gli exit sono preclusi.

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→  gennaio 21, 2014


Sono stato un piccolo imprenditore, un calzaturificio con 15 dipendenti”. E’ Vincenzo che scrive, da un piccolo paese delle Marche: ed è Giorgio Napolitano che gli dà voce, è la prima delle lettere da cui ha preso le mosse nel suo discorso di Capodanno, per ricordare la drammatica situazione dei disoccupati. Non voglio in alcun modo attribuire al capo dello stato intenzioni recondite, né suggerirne un’interpretazione. Ma è un fatto che la lettera che egli ha scelto descrive non solo la presente situazione di un 61enne che non trova un impiego, ma anche quella dell’azienda che ha dovuto chiudere: che aveva 15 persone, una in meno delle 16 che fanno scattare il famoso art. 18 sui licenziamenti.

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→  gennaio 17, 2014


Le Poste sono il pezzo forte delle nuove “privatizzazioni” annunciate dal Governo. Privatizzazioni tra virgolette, dato che una vendita del 40% equivale all’emissione di obbligazioni perpetue a rendimento variabile, che però non rientrano nel debito pubblico come definito da Eurostat. La vendita totale non è prevista neppure come ipotesi: è quindi dichiarata la volontà del Tesoro di continuare a detenere il controllo.

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→  gennaio 7, 2014


di Franco Debenedetti e Luca Enriques

Che rapporto c’è tra Opa e sviluppo? Che relazione c’è tra soglia dell’Opa obbligatoria ed efficienza? Attira più gli investimenti una soglia alta o una bassa? Adesso che la proposta di modifica della soglia che fa scattare l’Opa obbligatoria non è stata approvata, è possibile riportare la discussione là dove avrebbe dovuto essere fin dall’inizio: il rapporto tra l’Opa e le sue regole e lo sviluppo delle attività produttive.

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