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→  gennaio 7, 1996


La nuova legge americana sulle telecomunicazioni, che elimina i vincoli che finora segmentavano il mercato – tra telefonia a lunga distanza e telefonia urbana, tra cavo e telefono, tra produttori e distributori di programmi – è stata accolto con perplessità, o con esplicita preoccupazione, da alcuni nostri autorevoli commentatori. «La tecnologia ha sconfitto la politica», scrive Vittorio Zucconi (La Stampa del 3 febbraio). Mentre Furio Colombo (Repubblica del 3 e del 4 Febbraio) parla di sconfitta del consumatore e di vittoria del «capitalismo dal volto alieno». Sono giustificati questi severi giudizi?

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→  dicembre 27, 1995


La questione del conflitto di interessi è proprio un vaso di Pandora: e le discussioni che l’affare Mediaset ha suscitato sono lì a dimostrarlo. Nessun commentatore, pare, si è ricordato del progetto di legge di iniziativa dei senatori Pasquino e Passigli, approvato dal Senato e in attesa di passare alla Camera. Esso mira a il conflitto individuando un percorso che, durante il periodo di permanenza al governo, separi dal loro controllo il proprietario di aziende dominanti in alcuni settori strategici.

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→  dicembre 24, 1995


Il procedere riluttante, la politica del ‘sì, ma…’ , costa al paese. Gli esempi dei costi inutili (per dirla chiaramente, degli sprechi) continuano ad arricchirsi. In Spagna è stata approvata la legge che liberalizza il settore delle telecomunicazioni via cavo, e sarà in vigore tra un paio di settimane: operatori privati, diversi dalla Telefónica de Españia, corrispondente alla nostra Telecom, potranno fornire servizi multimediali, trasmissione dati, telefonia vocale dal 1998. La legge spagnola andrebbe integrata con disposizioni che consentano di eliminare davvero gli squilibri dovuti alla presenza del monopolio. Ciò che conta è che gli spagnoli sono arrivati prima di noi a lanciare un segnale ai mercati, e agli investitori.

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→  dicembre 19, 1995


L’unica, definitiva occasione per dare al paese un sistema concorrenziale nel settore più importante per un’economia avanzata: questo è ciò che è in gioco nel passaggio in parlamento, iniziato in questi giorni, del progetto di legge Gambino sulle telecomunicazioni, coordinato con altri cinque progetti ( tra cui uno del sottoscritto, presentato alla Camera dall’on. Masi). Qualche osservazione è opportuna per richiamare la centralità di questo obbiettivo, evitando che lo si perda di vista nella valanga di emendamenti, sotto la pressione di corposi interessi, nell’insidia degli equivoci.

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→  dicembre 14, 1995


Caro dottor Romiti, il lancio della 178, la world car con cui la Fiat si appresta a competere sui grandi mercati emergenti, ha avuto un articolo in prima pagina del Wall Street Journal un paio di giorni prima che ne parlassero i giornali di casa nostra, quegli stessi giornali che hanno poi dedicato pagine e pagine alla notizia della sua prossima nomina a presiden:e del gruppo. È stata rivisitata l’intera storia Fiat: Giolitti disposto a tirar di cannone sul Lingotto; l’ amarcord dei vestiti alla marinara; il professor Valletta, dai processi per collaborazionismo alle vicende dei sindacati gialli; la svolta decisiva del 1980. Alla ricerca della chiave interpretativa di un av vicendamento che comunque si segnala più per la continuità che per la rottura con il passato.

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→  dicembre 6, 1995


«Si, ma…» potrebbe essere il motto della via italiana alle liberalizzazioni. «L’Italia ha già fatto abbastanza» ha replicato Sante Perticaro, presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, ai rilievi mossi da Bruxelles: come se liberalizzare fosse una tassa, da pagare a rate ed il più tardi possibile, anziché una misura che fa risparmiare’ ai consumatori e dà stimoli all’economia.

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