→ ottobre 18, 1996

Entrare in Europa per obbligarci a risanare la finanza pubblica o ammodernare la nostra economia per entrare in Europa? Il Governo, con la finanziaria, ha deciso: il 3% a tutti i costi, e con tutti i mezzi, nel 1997. Impegnando il paese un disperato corpo a corpo con i numeri, il Governo dichiara di credere che solo costretti dal vincolo sappiamo praticare la virtù di bilancio. Anzi, che la nostra virtù sta nel pagare per comprarci un vincolo.
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→ ottobre 15, 1996

Caro Presidente Ghigo, caro Sindaco Castellani,
voi avete entrambi richiesto un impegno di tutti i parlamentari torinesi e piemontesi per portare a Torino la sede della costituenda Autorità indipendente per le telecomunicazioni.
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→ ottobre 8, 1996

I toni concitati delle baruffe tra cancellerie rischiano di far passare in secondo piano l’essenza della questione europea.
Pagare tanto, discutere poco, ed essere contenti: questo finora il paradossale atteggiamento degli italiani verso l’Europa. Solo adesso che ci si presenta il conto – che ancora una volta viene detto finale – si incomincia a discutere; e si discute, ancora una volta, del prezzo del biglietto – la tassa per l’Europa – non del viaggio che ci aspetta, tantomeno di come prepararcisi.
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→ settembre 22, 1996

Caro direttore,
purtroppo la secessione leghi-sta prima e la tempesta giudiziaria poi stanno distogliendo l’attenzione da una partita decisiva che in questi giorni si sta giocando sul terreno del bilancio e della moneta: da esso dipenderà il nostro futuro per generazioni.
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→ settembre 17, 1996

È proprio vero che in Europa si avvia ad essere dominante, coma ha sostenuto seppure con l’abituale maestria su questo giornale, Barbara Spinelli, una sorta di “pensiero unico”? Che ormai un nuovo paradigma vige incontrastato in politica e in economia, universalmente accettato e acriticamente seguito, che ha i suoi cardini in globalizzazione dei mercati finanziari e quindi impraticabilità di politiche di spesa, in priorità alla lotta all’inflazione e quindi flessibilità nell’impiego del lavoro e riforma del Welfare?
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→ settembre 7, 1996

Parlare della vicenda Olivetti è per me, e per molteplici ragioni, difficile e anche duro. Ho vissuto l’emozione della notizia, ho seguito lo sfogo dei sentimenti, ho assistito al prevedibile consumarsi di qualche vendetta. Ma dedicando le mie energie ormai da tempo a problemi di interesse pubblico, impegnato come sono in particolare sul fronte delle strutture industriali e degli assetti economici del Paese, ritengo necessario contribuire con qualche riflessione che, prendendo spunto dalla vicenda dell’azienda di Ivrea, si estenda alla capacità concorrenziale, italiana ed europea, nei settori industriali di punta.
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